Il disegno di legge europeo sulle prestazioni energetiche degli edifici è stato approvato dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia dell’UE lo scorso 9 febbraio. In attesa della votazione in plenaria di marzo, Kyoto Club e altre organizzazioni hanno inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Pichetto Fratin, con alcuni spunti per rendere l’EPBD (Direttiva Rendimento Energetico degli Edifici) “una spinta efficace per la valorizzazione e modernizzazione del patrimonio edilizio italiano”.
Lo stesso Ministro – ricordiamo – a seguito della prima votazione sulla revisione del provvedimento aveva espresso il suo parere in un’intervista, dichiarando come, nonostante ci sia la necessità di migliorare l’efficienza energetica delle case italiane per ridurre i costi del riscaldamento, la situazione immobiliare del Paese presenta delle caratteristiche uniche rispetto agli altri Paesi membri che dovrebbero portare ad una valutazione più graduale.
La lettera indirizzata al Ministro Pichetto Fratin
“Alla luce degli ambiziosi obiettivi definiti dal Green Deal europeo e dalla Renovation Wave, e ancor di più alla luce dell’urgente esigenza di contrastare la dipendenza dal gas russo, è evidente come sia necessario fare di più per traguardare gli edifici ad un livello di efficienza e modernità purtroppo ancora molto lontano”. Inizia così la lettera di Kyoto Club e delle altre associazioni e organizzazioni al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.
Il testo si struttura principalmente in quattro punti e pone l’accento sull’importanza di requisiti progettuali che dovrebbero introdurre l’efficienza delle risorse, la circolarità e la digitalizzazione nella costruzione e nella gestione operativa degli edifici per contribuire al processo di transizione energetica.
Ciò che viene sottolineato nei primi due punti riguarda l’importanza di sostenere un approccio più ambizioso dello schema di valutazione SRI (Smart readiness Indicator) per la riqualifica degli edifici non-residenziali che ne disponga l’applicazione obbligatoria. Di fatto, l’indicatore SRI va sostenuto come un elemento attivo e premiante che elevi la qualità, la prestazione e la modernizzazione degli immobili.
Data la portata degli investimenti che dovranno essere effettuati a livello europeo per raggiungere gli obiettivi prefissati dalla normativa UE, il punto 3 auspica un programma di finanziamento pluriennale e continuativo “Building 4.0” che incentivi la trasformazione digitale e la riqualificazione di qualità del patrimonio edilizio. In più, nel punto 4 viene richiesta una piena implementazione a livello nazionale delle norme sui requisiti minimi legate ai BACS (Sistemi di automazione e controllo degli edifici). In questo modo si darebbe completa e reale attuazione della direttiva (UE) 2018/844 EPBD e del conseguente decreto legislativo italiano 10/06/2020 n. 48 che prevede come, entro il 31 dicembre 2024, tutti gli edifici non-residenziali con una potenza nominale > 290kW dovranno essere equipaggiati con sistemi BACS dotati di determinate caratteristiche (corrispondenti a classe B ed A dello standard EN ISO 52120-1).