Pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 285 del 30 novembre 2021) il decreto legislativo di recepimento italiano della direttiva europea 2019/904 (SUP). L’entrata in vigore è fissata a 45 giorni dopo la pubblicazione, il 14 gennaio 2022. Nessuna sorpresa per quanto riguarda le bioplastiche che sono esentate dal divieto, come già deciso da governo italiano e Parlamento nella fase di recepimento.
Le tappe del recepimento italiano della direttiva SUP
Il 3 luglio 2021 è entrata in vigore la “Direttiva europea (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”. La direttiva SUP (Single Use Plastic) mette al bando alcuni prodotti in plastica monouso: posate e piatti in plastica, cannucce, bastoncini di cotone, agitatori per bevande, aste a sostegno dei palloncini, contenitori per alimenti e per bevande in polistirene espanso, tazze per bevande in polistirene espanso. Il divieto non riguarda solo la produzione e l’utilizzo dei manufatti nella gastronomia o nella ristorazione d’asporto, ma anche la vendita stessa da parte di supermercati e negozi.
A differenza del testo europeo, lo schema di recepimento italiano, licenziato il 5 agosto 2021 dal Consiglio dei Ministri (Atto del Governo sottoposto a parere parlamentare n. 291), esenta i rivestimenti in materiale plastico presenti in quantità inferiore al 10% del peso dell’articolo e gli articoli monouso in plastica compostabile secondo gli standard europei (UNI EN 13432 o UNI EN 14995) prodotti con almeno il 40% di materia prima rinnovabile – 60% dal 1° gennaio 2024 -, qualora non vi siano alternative riutilizzabili ai prodotti di plastica monouso destinati ad entrare in contatto con alimenti. L’AG è stato poi trasmesso alle Camere. In due sedute tenutesi il 26 e 27 ottobre scorsi, le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati e Industria e Ambiente del Senato hanno espresso parere favorevole (con alcune osservazioni) al testo. Nel frattempo, il Governo italiano ha sottoposto lo scorso 22 settembre alla Commissione europea il testo in via preventiva, come previsto dai regolamenti comunitari quando vi sono effetti per la concorrenza. La Commissione ha tre mesi di tempo per fornire un parere.