Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la sua posizione di “orientamento generale” sulla revisione mirata della direttiva quadro sui rifiuti, ponendo particolare attenzione ai rifiuti alimentari e tessili. Secondo Alain Maron, Ministro di Bruxelles per l’ambiente e il clima, la pulizia, l’energia e la democrazia partecipativa, l’approccio generale della posizione adottata mira a prevenire i rifiuti provenienti dal fast fashion e a facilitare il riutilizzo dei prodotti.
Inoltre, l’orientamento stabilisce obiettivi ambiziosi per ridurre significativamente gli sprechi alimentari entro il 2030, considerando che i settori alimentare e tessile sono i primi e i quarti più intensivi in termini di risorse utilizzate. L’accordo odierno rappresenta un passo cruciale verso un’economia europea più sostenibile e circolare, in grado di affrontare le sfide ambientali e promuovere un utilizzo più efficiente delle risorse naturali.
Meno sprechi alimentari entro il 2030
La direttiva proposta stabilisce obiettivi vincolanti per la riduzione degli sprechi alimentari entro il 2030:
- Riduzione del 10% nei processi di trasformazione e produzione
- Riduzione del 30% pro capite nel settore della distribuzione al dettaglio, nei ristoranti, nei servizi alimentari e nelle abitazioni
L’approccio generale concorda con gli obiettivi proposti dalla Commissione e prevede la possibilità di fissare obiettivi per gli alimenti commestibili entro il 31 dicembre 2027, quando la Commissione esaminerà gli obiettivi per il 2030.
Obiettivi contro lo spreco alimentare
Gli obiettivi di riduzione dello spreco alimentare saranno calcolati rispetto ai quantitativi prodotti nel 2020, essendo questo il primo anno in cui i dati sono stati raccolti secondo un metodo armonizzato a livello europeo.
Tuttavia, è prevista una certa flessibilità per gli Stati membri. Se a livello nazionale erano già in vigore metodi adeguati di raccolta dati prima del 2020, essi potranno utilizzare come anno di riferimento un anno precedente.
Inoltre, considerando che i dati del 2020 potrebbero non essere rappresentativi in alcuni casi a causa della pandemia di COVID-19, gli Stati membri potranno utilizzare come riferimento anche gli anni 2021, 2022 o 2023.
Infine, i ministri hanno concordato la necessità di sviluppare fattori correttivi per tenere conto delle fluttuazioni nel turismo e nei livelli di produzione dell’industria alimentare rispetto all’anno di riferimento scelto.
Raccolta differenziata dei rifiuti tessili: obbligo dal 2025 e possibili target futuri
L’attuale direttiva quadro sui rifiuti, in vigore dal 2008, obbliga già gli Stati membri a garantire la raccolta differenziata dei rifiuti tessili per il riutilizzo, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio entro il 1° gennaio 2025.
Tuttavia, l’orientamento generale guarda anche al futuro. Entro la fine del 2028, la Commissione valuterà la possibilità di definire obiettivi specifici per la prevenzione dei rifiuti tessili, la raccolta, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio in questo settore.
Questo significa che, oltre all’obbligo di raccolta differenziata già stabilito, potrebbero essere introdotti in futuro target più ambiziosi per la gestione complessiva dei rifiuti tessili.
Responsabilità estesa del produttore e riduzione degli sprechi tessili
La proposta di revisione della direttiva sul quadro dei rifiuti prevede l’introduzione di regimi armonizzati di responsabilità estesa del produttore (EPR) che imporranno ai marchi della moda e ai produttori di tessuti di pagare contributi per finanziare i costi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili. Questi regimi saranno istituiti entro 30 mesi dall’entrata in vigore della presente direttiva e i ministri hanno concordato di includere le microimprese nel loro ambito.
Il livello di tali contributi sarà basato sulla circolarità e sulle performance ambientali dei prodotti tessili (nota come eco-modulazione). Poiché prevenire i rifiuti è l’opzione migliore, l’approccio generale prevede che gli Stati membri possano applicare contributi più elevati alle aziende che adottano pratiche industriali e commerciali del ‘fast fashion‘.
L’approccio generale include anche disposizioni specifiche per gli Stati membri in cui vi è una quota maggiore di prodotti tessili valutati idonei per il riutilizzo sul mercato. Questi Stati membri possono richiedere agli operatori commerciali di riutilizzo di pagare un contributo (inferiore) quando mettono per la prima volta tali prodotti a disposizione sul loro mercato.
Raccolta differenziata dei tessili, il ruolo chiave per l’economia sociale
L’orientamento generale riconosce il ruolo chiave delle entità dell’economia sociale (come associazioni benefiche, imprese sociali e fondazioni) negli attuali sistemi di raccolta dei rifiuti tessili. A queste realtà viene garantita la possibilità di mantenere e gestire autonomamente i propri punti di raccolta differenziata.
Inoltre, la posizione del Consiglio stabilisce che gli Stati membri possono esentare tali entità da specifici obblighi di reporting per evitare un carico amministrativo sproporzionato. Questo significa che le associazioni benefiche e le imprese sociali impegnate nella raccolta dei tessili potranno svolgere la loro attività in modo più snello e agile, senza essere oberate da eccessivi adempimenti burocratici.
L’approccio generale del Consiglio, raggiunto lunedì 17 giungo, consente alla presidenza rotativa di avviare i negoziati con il Parlamento europeo sul testo finale, che si svolgeranno nel nuovo ciclo legislativo. Il Parlamento europeo ha adottato la propria posizione nel marzo 2024.