Pochi giorni dopo l’invio al Ministro Pichetto Fratin di una lettera in cui si chiedeva che, nell’ambito della definizione della posizione dell’Italia volta alla revisione della Direttiva Ue sulla qualità dell’aria, la posizione del Governo fosse articolata garantendo il diritto alla salute e dando attuazione all’art. 41 della Costituzione (in base al quale l’iniziativa economica non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente), quasi 40 associazioni italiane hanno scritto al Presidente della Repubblica sottolineando l’importanza cruciale del tema dell’inquinamento atmosferico per l’Italia che, in Europa, ne ha in assoluto il maggior impatto.
Le associazioni – fra le quali oltre a Cittadini per l’aria si contano ACP – Associazione Culturale Pediatri, Clean Cities Campaign, l’EEB – European Environment Bureau, Federasma e Allergie – Federazione Pazienti OdV, Federazione Nazionale Pro Natura, ISDE Italia, il Movimento Diritti dei Pedoni, The Good Lobby e tante altre – nella lettera hanno ricordato al Presidente Mattarella che “l’inquinamento causa in Italia ogni anno la morte prematura di oltre 60.000 persone e che, è notizia di pochi giorni fa, circa 10.000 persone – oltre l’8% delle morti attribuibili al Covid – sarebbero ancora fra noi se l’infezione non si fosse abbattuta su una popolazione resa fragile da un’aria velenosa”.
Nell’appello chiedono che “la Presidenza della Repubblica si faccia portatrice presso il Governo dell’importanza di sostenere nuovi limiti che rispettino le indicazioni della comunità scientifica oltre che di attivare misure che rendano sostenibile il trasporto nelle nostre città e in pianura padana, riportino agricoltura e allevamento a dimensioni e modalità in armonia con la tutela dell’ambiente, riducano i consumi energetici domestici evitando di usare combustibili solidi, portino l’industria navale a canoni ambientali che rispettino la salute degli abitanti delle città di porto”.
Le associazioni ribadiscono anche “l’importanza di ottenere che l’Italia sostenga in Europa nuovi limiti per la qualità dell’aria, al 2030, indicati dai ricercatori dell’OMS oltre che per contrastare l’azione di opposizione recentemente portata avanti a livello europeo da alcune regioni padane che, oltre a mal conciliarsi sotto il profilo istituzionale e scientifico con la preminenza della posizione nazionale su questo tema, denuncia la volontà di sacrificare sull’altare di un presunto benessere economico la salute dei cittadini oltre che l’impegno urgente del paese per la crisi climatica ormai in corso”.
La Presidente di Cittadini per l’aria Anna Gerometta:“La via per rientrare nei limiti per gli inquinanti indicati dall’OMS in Italia, anche in Pianura padana, passa attraverso l’integrazione di misure tecniche con azioni di natura strutturale e, non ultimo, il sostegno al cambiamento di abitudini e comportamenti da parte dei cittadini che – se adeguatamente informati – sono pronti a fare la loro parte. Le regioni padane che oggi si muovono in Europa sono impegnate a arraffare briciole di opulenza per pochi, a danno dei più e del futuro di tutti”.