Decarbonizzare la logistica e il trasporto merci con uno sforzo congiunto in ambito urbano tra Comuni e privati. Parte da questo proposito la ricerca del gruppo di lavoro ZET – Zero Emission Truck, coordinato da Kyoto Club e Motus-E, che ha prodotto un primo report intitolato “La ricarica del trasporto merci”.
L’analisi evidenzia che il 96% dei veicoli per il trasporto merci circolanti in Italia ha una percorrenza inferiore ai 300 km giornalieri. Questa flotta è ancora alimentata quasi completamente con carburanti di origine fossile e a fronte degli oltre 150mila veicoli commerciali leggeri immatricolati nel 2022, solo 4.000 sono elettrici a batteria (BEV). Il rapporto fotografa però anche che le immatricolazioni BEV sono in costante aumento: oltre 4.000 nella categoria N1 a fronte delle 640 del 2018 e delle 1.014 del 2019.
“Lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica per i veicoli commerciali elettrici, sia privata che su suolo pubblico, è indispensabile per la diffusione dei mezzi commerciali leggeri (LCV) e pesanti (HDV) a batteria. Nonostante le note criticità legate al permitting, sotto il profilo delle infrastrutture di ricarica l’Italia sta andando nella giusta direzione dal punto di vista del trasporto passeggeri. Anche perché proprio in questi giorni dall’Europa arrivano due novità: da una parte, la Commissione europea ha proposto nuovi obiettivi ambiziosi per il taglio delle emissioni CO2 dei veicoli pesanti nuovi (-45% dal 2030, -65% dal 2035 e –90% dal 2040). Dall’altra, l’Europarlamento ha ratificato in via definitiva lo stop alla vendita dal 2035 delle auto e dei veicoli commerciali leggeri che non siano a emissioni zero”.
Per facilitare la decarbonizzazione del comparto e potenziare una rete di ricarica dedicata, si osserva nello studio, è estremamente importante lo sviluppo di progetti pilota su suolo pubblico dei Comuni, in collaborazione con enti privati, in grado di abilitare investimenti nei depositi che si stimano fino a 10 miliardi di euro al 2030.
Tra le iniziative caldeggiate, si chiede ai Comuni di abilitare l’installazione di punti di ricarica di media potenza nei parcheggi di carico e scarico su strada; di riqualificare aree comunali per nodi di ricarica lungo il percorso in ambito urbano e rimessaggi comunali per imprese di logistica e mezzi di partite IVA; di applicare una scontistica sulla ricarica sia lungo il percorso sia notturna in rimessaggio, di fornire servizi di sharing di veicoli commerciali elettrici.
Lo studio contiene dei suggerimenti anche per i privati. Gli operatori di ricarica, ad esempio, potrebbero fornire offerte flat integrate agli operatori di logistica per abbattere il costo operativo dei veicoli e garantire un tasso di utilizzo più alto alle infrastrutture. Fondi immobiliari e banche, dal canto loro, potrebbero riqualificare aree industriali dismesse in portafogli per crediti inesatti per creare depositi o hub di ricarica, ed è auspicabile anche che GDO e aree commerciali possano mettere a disposizione un punto di ricarica ad alta potenza durante le operazioni di carico e scarico. Gli operatori della logistica, infine, potrebbero offrire la possibilità a terze parti di ricaricare ad alta potenza nei depositi durante le ore di operatività dei propri mezzi.
Ci sono grandi opportunità nel campo dell’elettrificazione del trasporto merci e della logistica, conclude lo studio, e bisogna affrontare questa sfida in maniera sistemica. Tecnologia e mezzi ci sono, così come gli investimenti pronti a essere messi in campo, ma per cogliere le opportunità di sviluppo all’orizzonte e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione sarà essenziale un ragionamento coordinato tra tutte le parti coinvolte.