Il Ddl Concorrenza accoglie in parte alcune richieste formulate dalle imprese dell’economia circolare e lascia irrisolti importanti nodi, non attuando in pieno le indicazioni contenute nell’ultima relazione annuale dell’AGCM. E’ il messaggio complessivo emerso oggi (mercoledì 16 febbraio, ndr) dall’audizione di Giuliano Tarallo, Presidente di UNIRIMA, Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, presso la Commissione 10° Industria del Senato.
Nel dettaglio Unirima esprime soddisfazione per una novità sostanziale presente nel Ddl, che riduce a due anni la durata minima quinquennale prevista per gli accordi che le utenze non domestiche devono stipulare con il gestore pubblico o con l’operatore privato per la raccolta e l’avvio a recupero dei propri rifiuti. Una novità introdotta con l’obiettivo di superare l’attuale trattamento a vantaggio della gestione da parte del titolare del servizio pubblico di gestione dei rifiuti. Si tratta di un passo in avanti che, tuttavia, accoglie solo in parte le proposte delle imprese, in quanto UNIRIMA ritiene che il vincolo temporale vada azzerato in linea con quanto indicato dall’AGCM.
Unirima ritiene, inoltre, che il Ddl Concorrenza non risolva il problema della monopolizzazione dei mercati concorrenziali a valle. Non è infatti chiaro come l’attribuzione di nuovi compiti di definizione di standard tecnici e qualitativi per le attività di smaltimento e recupero ad ARERA, possa permetterle di intervenire su aspetti prettamente concorrenziali. Occorre infatti ricordare come l’AGCM ha più volte censurato la tendenza ad affidare assieme alle attività di raccolta delle diverse frazioni dei rifiuti urbani, anche le attività di smaltimento, recupero e riciclo che sono tipicamente svolte in regime di mercato.