Via libera dal Consiglio europeo al Regolamento sulla progettazione ecocompatibile, il cosiddetto “ecodesign”, che stabilisce i requisiti per i prodotti sostenibili. Il regolamento sostituisce l’attuale direttiva del 2009 e ne amplia il campo di applicazione, oltre ai prodotti energetici, a tutti i tipi di beni immessi nel mercato Ue.
Questa di oggi, lunedì 27 maggio, è l’ultima fase del processo decisionale. Dopo essere stato firmato dal Presidente del Parlamento Europeo e dal Presidente del Consiglio, il regolamento sarà infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo a quello della sua pubblicazione. Si applicherà 24 mesi dopo l’entrata in vigore.
La nuova norma riguarda praticamente tutti i tipi di prodotti, salvo poche eccezioni (ad esempio automobili o prodotti legati alla difesa e alla sicurezza). In generale introduce nuovi requisiti quali durabilità, riutilizzabilità, aggiornabilità e riparabilità dei prodotti, regole sulla presenza di sostanze che inibiscono la circolarità; efficienza energetica e delle risorse; contenuto riciclato, rigenerazione e riciclaggio; impronta di carbonio e ambientale.
Per la prima volta il Regolamento istituisce un ‘passaporto digitale’ dei prodotti, un’etichetta che dovrebbe essere di facile lettura per consultare le informazioni sulla sostenibilità dell’oggetto acquistato.
La norma prevede anche il divieto di distruzione di prodotti tessili e calzature invenduti e, come spiega Euronews, la Commissione Ue potrebbe estendere in futuro la lista delle categorie di prodotti sottoposti a una maggiore sostenibilità sociale e ambientale, per incentivare un cambiamento sostanziale nel mondo della produzione fast fashion e non solo.
La Commissione europea avrà il potere di fissare ed estendere i requisiti di progettazione ecocompatibile mediante atti delegati e l’industria avrà 18 mesi per conformarsi ad essi.
“Con il regolamento sulla progettazione ecocompatibile creiamo i giusti incentivi affinché l’industria pensi in modo circolare fin dalla concezione stessa della progettazione dei prodotti che intende produrre e vendere nell’Ue”. Questo il commento di Pierre-Yves Dermagne, vice primo ministro belga e ministro dell’Economia e del Lavoro.