“Cambia le tue lampade, aiuta il sistema elettrico del Paese”. Questo è il messaggio che a partire dal 30 gennaio viene trasmesso più spesso da tutti i mass media in Ucraina. Si tratta della possibilità di cambiare fino a 5 vecchie lampade incandescenti con quelle più moderne a Led che, a parità della luce prodotta, consumano circa 8 volte meno di energia elettrica. Come sostengono gli esperti del settore, consentono un risparmio fino a 1000 GWh di energia all’anno, ovvero l’equivalente della produzione di un intero reattore nucleare.
Non sarebbe poco neanche in tempi di pace, ma è ancora più impellente adesso, durante la guerra. Sto scrivendo queste righe al suono di sirene di allarme, è in atto ormai il 14° attacco massiccio della Russia con droni e missili, mirato proprio al sistema energetico dell’Ucraina. Oltre il 60% dell’infrastruttura di generazione e di trasmissione dell’energia elettrica è stato gravemente distrutto o danneggiato.
L’iniziativa di sostituzione delle lampade è stata promossa dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dalla Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen. Infatti, è stata proprio la comunità Europea a finanziare l’acquisto e la fornitura in Ucraina di 30 milioni di lampade a Led, ai quali vengono aggiunti altri 5 milioni di lampade donate della Francia.
A parte i benefici del risparmio generale (che si tradurrà anche nella riduzione delle spese comunali delle famiglie ucraine già colpite dalla crisi economica dovuta alla guerra), la sostituzione di lampade permetterà di ridurre in modo notevole il consumo di energia elettrica nelle ore di punta, visto che oltre il 40% di energia viene consumato dal settore di abitazioni private. Di conseguenza, si potrà alleggerire il carico eccessivo sul sistema di trasmissione evitando le situazioni critiche come quella di pochi giorni fa a Odessa, dove 2 incidenti consecutivi ai super trasformatori magistrali già danneggiati dagli attacchi missilistici russi hanno portato al blackout totale per oltre 0,5 milioni di clienti, comprese le Aziende comunali che forniscono l’acqua e il riscaldamento.
Per cambiare le lampadine, non ci vuole molto: basta recarsi al più vicino ufficio delle Poste statali, portandosi dietro 5 vecchie lampade (il regolamento prevede che siano funzionanti, ma nessuno lo controlla), il passaporto e il codice fiscale. Si può addirittura prendere appuntamento attraverso l’app statale “Diya”, dove possono essere specificati il tipo di attacco (E14 oppure E27) e il numero delle relative lampade di cui si ha bisogno (sempre nel limite di 5). L’utilizzo dell’app non ti libera dalla necessità di fare la fila, ma ti garantisce la possibilità di avere le lampadine prenotate indipendentemente dalla loro disponibilità al momento della visita. La possibilità di cambio è riservata ai cittadini ucraini che hanno da 18 anni in su. Le lampadine vecchie vengono smaltite dagli ecocentri locali senza creare un danno per l’ambiente.
L’andamento del cambio è stato “controllato” in persona dalla stessa Ursula Von Der Leyen, in visita alla capitale ucraina in occasione del summit “Ucraina-UE” il 3 febbraio (vedi foto sotto). Al giorno d’oggi, a distanza di 10 giorni dallo start dell’iniziativa, sono già stati distribuiti oltre 1,5 milioni di lampade economiche, principalmente nelle maggiori città come Kiev, Dnipro, Lviv e Charkiv. Tra questi, ci sono anche 5 lampadine che ho cambiato io.
È stata una piccola impresa. Inizialmente, ci ho provato con la App, ma non mi è andata bene: il programma segnalava che gli attacchi E14 non erano più disponibili né in quel ufficio postale che avevo scelto né in quelli limitrofi. E che per avere la conferma dell’ordine bisognava attendere fino al giorno successivo. Ma io ero già pronto per uscire, per cui ho provato la strada diretta, ovvero quella di recarmi alla Posta senza prenotazione. Sono stato fortunato: solo una persona in fila allo sportello dedicato, ho potuto scegliere tra i 2 tipi di attacco, le lampadine erano decisamente buone (Philips da 60W di potenza equivalente, mentre in altri casi ho sentito nominare Osram e Attralux, da 40W a 75W). Nessuna scelta di potenza, nessuna garanzia, se non quella di reso gratuito in caso qualche lampadina non funzionasse. Ma, come si dice, “a caval donato non si guarda in bocca”, per cui non possiamo lamentarci. Grazie, Europa! E viva l’Ucraina!
Andrii Omelianiuk, da Kiev, per Eco dalle Città