Critical Raw Materials Act, T&E: “Necessario un Regolamento Ue più stringente sui rifiuti delle miniere”

Nei prossimi anni, l'Europa si appresta ad aprire nuove miniere su tutto il territorio continentale per raggiungere l'obiettivo del 10% di estrazione mineraria, come stabilito dal Critical Raw Materials Act. Tuttavia, sorge un quesito fondamentale: le normative europee in materia di estrazione mineraria sono sufficientemente adeguate a sostenere questo impegno? Per rispondere a tale domanda, T&E ha commissionato un'analisi approfondita della Direttiva Ue sui rifiuti di estrazione del 2006. Nonostante l'Europa si vanti spesso di avere i più elevati standard ambientali e sociali a livello mondiale, lo stesso non si può dire per quanto riguarda le sue normative sui rifiuti minerari

Critical Raw Materials Act

L’Europa dipende in gran parte da Paesi terzi (soprattutto la Cina) per la fornitura di materie prime fondamentali per la transizione verde, l’industria digitale e la difesa. Per ovviare a questo problema, è stato adottato il Critical Raw Materials Act (Crma), che il 18 marzo 2024 ha visto l’approvazione finale da parte del Consiglio dell’Unione europea.

Nei prossimi anni, l’Europa aprirà nuove miniere in tutto il continente per cercare di raggiungere l’obiettivo del 10% di estrazione mineraria previsto dal Critical Raw Materials Act. Ma le regole europee in materia di estrazione mineraria sono adeguate a questo compito?

Per rispondere a questa domanda, T&E ha commissionato un’analisi sulla Direttiva Ue relativa ai rifiuti di estrazione del 2006. Mentre l’Europa spesso afferma di avere i più alti standard ambientali e sociali a livello globale, questo non può essere detto per le sue regole sui rifiuti minerari. In un continente in cui l’estrazione mineraria è in declino da decenni, le regole europee in materia di estrazione mineraria sono ormai obsolete e, in alcuni casi, inferiori a quelle di altri paesi come il Brasile e la Cina.

Una chiara conclusione dell’analisi è che esiste un rischio significativo di frammentazione nell’attuazione della direttiva, poiché molte disposizioni chiave non sono chiarite e lasciate alla discrezione degli Stati membri. Ad esempio, non è chiaro chi sia responsabile in caso di incidenti o danni e quanto dovrebbero essere forti e regolari la pianificazione della prevenzione e del monitoraggio. Un altro importante risultato è che le migliori tecniche disponibili, come i tailings filtrati che rimuovono l’umidità dai rifiuti prima di stoccarli, rendendoli così più resistenti agli incidenti, non sono obbligatorie e lasciate alla discrezione dell’azienda. Inoltre, sembra che vi sia una protezione insufficiente dell’ambiente e delle comunità locali.

Alla luce di tutto ciò, T&E invita la nuova Commissione ad aggiornare la Direttiva sui rifiuti di estrazione mineraria, in particolare:

  • Trasformare la direttiva in un nuovo Regolamento Europeo sui Rifiuti di Estrazione. Questo garantirebbe un’attuazione armonizzata tra gli Stati membri. Con il Critical Raw Materials Act che apre anche la porta al remining in Europa, questo è il momento giusto per rafforzare le normative europee sui rifiuti per le nuove miniere e sfruttare l’opportunità di integrare le regole sul remining.
  • Rendere obbligatorie le migliori tecniche disponibili. Un nuovo Regolamento Europeo sui Rifiuti di Estrazione dovrebbe obbligare le aziende a implementare le tecniche più sicure di stoccaggio e monitoraggio dei residui, basandosi sulle conoscenze degli esperti e sulle linee guida stabilite nel documento BREF relativo alla gestione dei rifiuti di estrazione. Questo non rappresenta solo una vittoria sul fronte ambientale e della sicurezza, ma può anche rassicurare le comunità che vivono vicino ai siti minerari.
  • Basare la revisione sulle Linee Guida “Safety First”. Queste linee guida, redatte da esperti minerari globali, società civile e accademici, e sostenute da oltre 100 organizzazioni, spiegano in dettaglio come i siti di residui dovrebbero essere progettati, gestiti e chiusi, e delineano le principali disposizioni finanziarie e di governance che dovrebbero essere implementate. Oltre a questo, le misure di protezione ambientale e di sicurezza delle comunità dovrebbero essere rafforzate e armonizzate nella nuova regolamentazione, ad esempio ampliando e uniformando la definizione di danno ambientale. L’attuale definizione, presa dalla Direttiva sulla Responsabilità Ambientale, è limitata e potrebbe, per esempio, essere ampliata includendo gli interessi delle future generazioni.
  • Garantire la partecipazione delle comunità, sin dall’inizio e per tutta la durata di un progetto. Come spiegato nell’analisi legale pubblicata insieme a questo briefing, il coinvolgimento delle comunità è un diritto e un passaggio fondamentale. Le comunità devono essere avvertite in caso di incidenti, oltre ad essere consultate prima, durante e dopo l’operatività di un sito minerario, nonché sulla progettazione e gestione dei residui.