Mentre le indagini della Procura coinvolgono le autorizzazioni rilasciate su altri impianti regionali, Valeriani continua a minacciare la Capitale e, questa volta, pensa addirittura ad un commissario per Ama SpA. Come si dice a Roma “ti piacerebbe…”.
Dopo anni in cui la nostra municipalizzata è stata letteralmente spolpata, ora che la situazione di cassa è stata sanata dalla nostra Amministrazione con 256 milioni di euro e un nuovo piano industriale, la Regione vorrebbe “mettere le mani” sull’azienda. Così, mentre Zingaretti vanta di aver salvato Roma con ordinanze che durano il tempo di mantenere la città “affogata dai rifiuti”, Ama non ha mai potuto utilizzare due dei tre impianti oggetto dell’accordo interregionale firmato tra la Regione Lazio e la Regione Toscana per indisponibilità degli stessi. Parliamo di 450 tonnellate a settimana.
A questo si unisce la situazione dell’impianto di Ecosystem che, in seguito alle inchieste che stanno coinvolgendo i TM del Lazio e le autorizzazioni regionali rilasciate dall’ex dirigente al ciclo dei rifiuti, arrestata per corruzione, non tratta più altre 420 t/a settimana di rifiuti prodotti da Roma. Questo deficit si aggiunge alle minori capacità di trattamento degli impianti regionali alle quali abbiamo assistito, da aprile in poi, per assenza di sbocchi all’interno delle discariche laziali.
Ricordiamo, infatti che la discarica di Civitavecchia, nella città metropolitana di Roma, si esaurirà nel mese di agosto e che la discarica di Viterbo resterà l’unico impianto di smaltimento in tutta la Regione Lazio. Ma parliamo di Rocca Cencia, altro impianto autorizzato dalla ex dirigente arrestata Flaminia Tosini e sul quale Roma Capitale ha chiesto di riesaminare il procedimento, e di sottoporlo a VIA (Valutazione di impatto ambientale).
Il nostro piano industriale prevede, in linea con le recenti direttive europee e nazionali, la riconversione del sito ad impianto di recupero della frazione secca (carta, plastica, metalli) a servizio dell’area Est. Su questa struttura, Zingaretti ha imposto ad Ama con un’ordinanza, i cui effetti sono cessati il 30 giugno scorso, il revamping del TMB.
Così mentre il suo Assessore, Valeriani, partecipava alle Assemblee pubbliche convocate dal Presidente del Municipio III, Caudo, per la chiusura del TMB Salario, ha deciso di punire i cittadini del VI dove la Sindaca, Virginia Raggi, ha ottenuto il 75% dei voti. Andiamo oltre. All’interno della Regione Lazio esistono altri impianti non utilizzati o sottoutilizzati presenti nel piano regionale dei rifiuti, e sono, in particolare: ⁃ Il TBM di RIDA Ambiente che lavora al 50% delle sue capacità per assenza di sbocchi nelle discariche laziali ⁃ Il TMB di Guidonia autorizzato con AIA nel 2020 e ancora fermo ⁃ Il TMB di Albano fermo dall’incendio del 2016 Il piano regionale dei rifiuti, approvato solo 1 anno fa, prevede il raggiungimento dell’autosufficienza all’interno degli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali), che coincidono con i confini provinciali, entro 36 mesi dall’adozione del piano stesso.
La Regione Lazio, ad un passo dall’infrazione europea, continua la sua propaganda politica per dimostrare che questa Amministrazione è incapace di tenere pulita la città. Dimenticano però che esistono delle responsabilità dietro la crisi dei rifiuti, e la legge individua la Regione come primo soggetto a cui queste sono imputabili. Zingaretti pensi quindi al fallimento del suo piano regionale e consenta oggi a Roma Capitale di attuare il piano industriale approvato dall’Assemblea Capitolina.