Favorire lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e ridurre i consumi energetici finali: due obiettivi fondamentali sia per mettere a punto una strategia che consenta di disegnare il futuro del Piemonte nel rispetto degli obiettivi di riduzione dei consumi di energia del 30% entro il 2030, ma che oggi, alla luce della crisi energetica in atto assumono una valenza ancor più marcata. Ed è proprio in questo contesto, reso ancor più attuale dal conflitto in atto, che si inquadrano le azioni messe in campo da Regione Piemonte, prima fra tutte il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) approvato lo scorso 15 marzo dal Consiglio regionale.
“Uno strumento – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia, Matteo Marnati – che ora assume una valenza di estrema attualità e che, puntando al rafforzamento della filiera della biomassa, spingendo sul settore idroelettrico e sull’energia solare, potrà rendere il Piemonte meno dipendente dall’approvvigionamento di gas e petrolio”.
Altro punto di forza dell’azione regionale in questa direzione sono la creazione delle comunità energetiche – il Piemonte è stata la prima regione in Italia a dotarsi di una legge specifica – un modello innovativo per la produzione, l’autoconsumo, l’accumulo e la vendita di energia proveniente da fonti rinnovabili e contrastare la crisi energetica.
“Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – commenta l’assessore – è prevista una misura importante che sosterrà proprio la realizzazione di impianti di produzione di energia delle comunità energetiche rinnovabili costituite nei comuni sotto i 5mila abitanti, strumento che mira a sostenere l’autonomia energetica che in questo momento rappresenta una via d’uscita dalla dipendenza del nostro paese”.
Le risorse totali del bando nazionale ammontano a 2 miliardi e 200 milioni di euro, di cui 1600 milioni dedicati proprio alla realizzazione di comunità energetiche.
Risorse corpose anche dalla programmazione 21-27 del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale che, oltre alle azioni a supporto dell’efficienza energetica, della promozione delle energie rinnovabili e dell’efficientamento delle reti di pubblica illuminazione, già avviate dalla Regione con la passata programmazione, prevede, per la prima volta in Piemonte anche il sostegno a obiettivi specifici come l’adattamento ai cambiamenti climatici e all’economia circolare. Delle risorse della nuova programmazione del Fesr destinate al Piemonte, sul capitolo “Transizione ecologica e resilienza”, che ammontano a 435 milioni di euro, 190 milioni sono destinati a promuovere l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di gas a effetto serra; 58 milioni per promuovere le energie rinnovabili; 15 milioni per sviluppare sistemi, reti e impianti di stoccaggio energetici intelligenti al di fuori della rete transeuropea dell’energia. Accanto a questi, ci sono poi 60 milioni per promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza; 40 milioni per la promozione dell’economia circolare e 72 milioni per rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi anche nelle aree urbane e ridurre tutte le forme di inquinamento.
Altro problema di scottante attualità è quello del “caro bollette”. La Regione Piemonte non ha competenze dirette sulle riduzioni per le famiglie ma si è impegnata a sollecitare il Governo per adottare ogni misura per calmierarle.
Oggi si è riunita anche la Caes (Commissione Ambiente Energia Sostenibilità) della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: all’ordine del giorno proprio la discussione su un disegno di legge per l’attuazione di misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas.