Crisi climatica e salute, nel 2023 raggiunti nuovi record | The Lancet Report

Il rapporto "The Lancet Countdown on Health and Climate Change" segnala un aumento allarmante delle minacce alla salute umana legate al cambiamento climatico, con 10 indicatori su 15 che raggiungono nuovi massimi storici. Nel 2022, 1,4 trilioni di dollari sono stati spesi in sussidi per i combustibili fossili, aggravando la crisi climatica. L'aumento dei decessi legati al caldo e l'insicurezza alimentare sono solo alcune delle conseguenze. Gli esperti esortano a ripensare gli investimenti per garantire una transizione verso energie rinnovabili e sistemi sanitari più resilienti, assicurando un futuro sostenibile per tutti

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Le minacce alla salute umana causate dal cambiamento climatico sono in aumento a livello globale, con 10 indicatori su 15 che hanno raggiunto nuovi massimi storici. Questo è quanto riporta l’ottavo rapporto “The Lancet Countdown on Health and Climate Change, finanziato da Wellcome e prodotto in stretta collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo studio è stato elaborato da 122 esperti di alto profilo, rappresentanti di 57 istituzioni accademiche e agenzie ONU, inclusa la World Meteorological Organization (Wmo).

Pubblicato in vista della COP29, il rapporto offre un’analisi aggiornata delle connessioni tra salute e cambiamenti climatici. Include nuovi parametri che monitorano eventi come precipitazioni estreme, dismissione del carbone, perdita di foreste, tempeste di sabbia e polvere, aumento delle temperature notturne, perdita di sonno e la formazione su clima e salute.

Nel 2023, le persone hanno vissuto in media 50 giorni con temperature pericolose per la salute, una situazione accentuata dai cambiamenti climatici. La siccità estrema ha colpito il 48% della superficie terrestre (secondo livello più alto mai registrato) e ondate di calore più frequenti hanno portato 151 milioni di persone a sperimentare insicurezza alimentare rispetto al periodo 1981-2010. Gli autori del rapporto esortano governi e aziende a ridurre investimenti nei combustibili fossili e le emissioni di gas serra, sottolineando che anni di ritardi nell’adattamento stanno riducendo le possibilità di sopravvivenza globale.

Il rapporto evidenzia che le risorse finanziarie per arrivare a emissioni nette zero sono disponibili, ma trilioni di dollari vengono attualmente destinati dai governi a sussidi e investimenti nei combustibili fossili, aggravando così il cambiamento climatico. Gli autori propongono una trasformazione dei sistemi finanziari globali, con un ri-orientamento dei fondi verso energie rinnovabili e attività sostenibili. Questa transizione consentirebbe di ottenere benefici economici e sanitari significativi, come una maggiore sicurezza energetica, aria e acqua più pulite, stili di vita più sani e nuove opportunità di lavoro sostenibili, migliorando salute e benessere collettivo.
Per il rapporto, quindi, questi trilioni dovrebbero essere utilizzati per guidare una transizione rapida ed equa verso un’economia a emissioni nette zero di gas serra, invece di danneggiare la salute di miliardi di persone in tutto il mondo.

“Il punto di quest’anno sulle imminenti minacce alla salute dell’inazione climatica rivela i risultati più preoccupanti nei nostri otto anni di monitoraggio. Ancora una volta, l’anno scorso ha battuto i record sui cambiamenti climatici, con ondate di calore estreme, eventi meteorologici mortali e incendi devastanti che hanno colpito le persone di tutto il mondo. Nessun individuo o economia del pianeta è immune dalle minacce per la salute del cambiamento climatico. L’espansione incessante dei combustibili fossili e le emissioni da record di gas serra aggravano questi pericolosi impatti sulla salute e minaccia di invertire i limitati progressi compiuti finora e di mettere un futuro sano ancora fuori portata. Nonostante questa minaccia, vediamo che le risorse finanziarie continuano ad essere investite proprio nelle cose che minano la nostra salute. Riutilizzare i trilioni di dollari investiti o sovvenzionati nell’industria dei combustibili fossili ogni anno fornirebbe l’opportunità di fornire una transizione giusta ed equa verso l’energia pulita e l’efficienza energetica e un futuro più sano, a beneficio dell’economia globale”, ha dichiarato la dott. Marina Romanello, direttrice esecutiva del Lancet Countdown all’University College di Londra.

Costi umani da record del cambiamento climatico

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, caratterizzato da siccità, ondate di calore letali, incendi e disastri climatici che hanno colpito la salute e i mezzi di sussistenza a livello globale. I decessi legati al caldo sono aumentati drammaticamente, soprattutto tra gli over 65, con un incremento del 167% rispetto agli anni ’90. Si tratta di un dato ben al di sopra dell’aumento del 65% che ci si sarebbe aspettati tenendo conto solo del cambiamento demografico e non di quello climatico. Questa situazione accentua le disuguaglianze, poiché i giorni di caldo pericoloso per la salute sono aumentati in modo più marcato nei paesi con un basso indice di sviluppo umano.

Nel 2023, le persone hanno sono state esposte ad un record di 1.512 ore di alte temperature, con un aumento del 27,7% rispetto al periodo 1990-1999, comportando rischi di stress da calore durante attività leggere all’aperto. Le temperature elevate hanno anche causato 512 miliardi di ore potenziali di lavoro perse a livello globale (un aumento del 49% rispetto alla media 1990-1999), corrispondenti a perdite di reddito di 835 miliardi di dollari, un impatto significativo sui PIL dei paesi a basso (7,6%) e medio reddito (4,4%). Inoltre, dal 2014 al 2023, il 61% della superficie terrestre ha visto un aumento di eventi di precipitazioni estreme rispetto al periodo tra il 1961 e il 1990, con un aumento del rischio di inondazioni, malattie infettive e contaminazione dell’acqua. Le ondate di calore e le siccità hanno contribuito a far aumentare di 151 milioni le persone che hanno affrontato insicurezza alimentare da moderata a grave in 124 paesi nel 2022, rispetto agli anni 1981-2010.

Il rapporto stima che tra il 2019 e il 2023 le perdite economiche annuali dovute a eventi meteorologici estremi ammontino a 227 miliardi di dollari, superando il PIL del 60% delle economie mondiali. Inoltre, rispetto al periodo 1951-1960, nell’ultimo decennio il rischio di trasmissione della dengue da parte delle zanzare è aumentato del 46% per le Aedes alboptictus e dell’11% per le Aedes aegypti, con oltre 5 milioni di casi segnalati in più di 80 paesi nel 2023.

“Le persone in tutte le parti del mondo soffrono sempre più degli effetti finanziari e sulla salute dei cambiamenti climatici, e le comunità svantaggiate nelle nazioni con risorse limitate sono spesso le più colpite, ma dotate del minor numero di protezioni finanziarie e tecnologiche. L’adattamento non riesce a tenere il passo con le minacce sanitarie in rapida crescita del cambiamento climatico, e con i limiti all’adattamento che incombono e la copertura sanitaria universale ancora un sogno irrealizzabile per più della metà della popolazione mondiale, è urgentemente necessario un sostegno finanziario per rafforzare i sistemi sanitari per proteggere meglio le persone”, ha detto il Prof. Wenjia Cai, copresidente del Lancet Countdown Working Group 4 presso l’Università di Tsinghua.

I governi e le aziende minacciano di invertire i progressi limitati

Nuovi indicatori mostrano che governi e aziende continuano a investire massicciamente nei combustibili fossili, contribuendo a più elevate emissioni di gas serra di tutti i tempi e a una significativa perdita di alberi, compromettendo così la sopravvivenza globale. Nel 2023, le emissioni globali di CO₂ legate all’energia hanno raggiunto un massimo storico, aumentando dell’1,1% rispetto al 2022, e per la prima volta in un decennio la quota di combustibili fossili nel sistema energetico globale è salita all’80,3%. Nonostante la scarsità di finanziamenti per l’azione climatica, gli investimenti in combustibili fossili hanno rappresentato il 36,6% degli investimenti globali in energia nel 2023, con molti governi che hanno aumentato i sussidi a questi combustibili a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Nel 2022, 72 dei 86 paesi analizzati hanno speso un record di 1,4 trilioni di dollari in sussidi per i combustibili fossili, che hanno superato il 10% della spesa sanitaria nazionale in 47 paesi e il 100% in 23. Questi sussidi hanno messo in ombra qualsiasi impegno finanziario per l’azione climatica discusso alla COP28. Questi sussidi hanno superato il 10% della spesa sanitaria nazionale in 47 paesi e il 100% in 23 paesi. In più, il Fondo per perdite e danni istituito alla COP27 per supportare i paesi più vulnerabili ha ricevuto solo 700 milioni di dollari in impegni iniziali, meno dello 0,2% del fabbisogno annuale stimato.