La crisi climatica e i record negativi del 2024 nell’ultimo report WMO

I chiari segni del cambiamento climatico indotto dall'uomo hanno raggiunto nuove vette nel 2024, che è stato l'anno più caldo mai registrato in 175 anni, con conseguenze irreversibili. Le temperature sono comunque una piccola parte di un quadro molto più ampio. I cicloni tropicali, le inondazioni, la siccità e altri pericoli hanno portato nel 2024 al più alto numero di nuovi spostamenti registrati negli ultimi 16 anni, hanno distrutto case, infrastrutture critiche, foreste, terreni agricoli e biodiversità, hanno contribuito a peggiorare le crisi alimentari e hanno causato enormi perdite economiche

I chiari segni del cambiamento climatico indotto dall’uomo hanno raggiunto nuove vette nel 2024, che è stato l’anno più caldo mai registrato in 175 anni, con conseguenze irreversibili per centinaia se non migliaia di anni. A ribadirlo è il nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale, che sottolinea anche gli sconvolgimenti economici e sociali dovuti alle condizioni meteorologiche estreme della crisi climatica.

Il rapporto State of the Global Climate della WMO ha confermato che il 2024 è stato probabilmente il primo anno solare a superare l’aumento di 1,5°C di temperatura media rispetto all’era preindustriale, eppure secondo l’Organizzazione non tutto è perduto. “Un singolo anno sopra 1,5 °C di riscaldamento non indica che gli obiettivi di temperatura a lungo termine dell’accordo di Parigi siano fuori portata, è un campanello d’allarme che stiamo aumentando i rischi per le nostre vite, le economie e per il pianeta”, ha detto la segretaria generale della WMO Celeste Saulo. “Il nostro pianeta sta emettendo più segnali di soccorso, ma questo rapporto mostra che limitare l’aumento della temperatura globale a lungo termine a 1,5 gradi Celsius è ancora possibile. I leader devono farsi avanti per realizzarlo, cogliendo i benefici delle energie rinnovabili, con i nuovi piani climatici nazionali in scadenza quest’anno”, ha detto invece il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.

Il report WMO si basa sui contributi scientifici dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, dei centri climatici regionali dell’Organizzazione, dei partner delle Nazioni Unite e di dozzine di esperti. I dati principali mostrano tutta la gravità della crisi climatica in atto: la concentrazione atmosferica di anidride carbonica è ai livelli più alti degli ultimi 800.000 anni; ciascuno degli ultimi dieci anni sono stati individualmente i dieci anni più caldi registrati a livello globale; ognuno degli ultimi otto anni ha stabilito un nuovo record per il contenuto di calore oceanico; le 18 estensioni più basse di ghiaccio marino artico registrate sono state tutte negli ultimi 18 anni; le tre estensioni di ghiaccio antartico più basse sono state negli ultimi tre anni; la più grande perdita triennale di massa glaciale registrata si è verificata negli ultimi tre anni; il tasso di innalzamento del livello del mare è raddoppiato da quando sono iniziate le misurazioni satellitari.

Temperatura media globale 1850-2024

Il rapporto afferma che il riscaldamento globale a lungo termine è attualmente stimato tra 1,34 e 1,41 °C rispetto alla linea di base del 1850-1900, anche se ci sono alcune fasce di incertezza nelle statistiche. Un team di esperti internazionali della WMO sta lavorando su questo al fine di garantire un monitoraggio coerente e affidabile dei cambiamenti di temperatura globale, da allineare ai risultati del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC).

“Indipendentemente dalla metodologia utilizzata, ogni frazione di un grado di riscaldamento conta e aumenta i rischi e i costi per la società” dice il rapporto. E comunque le temperature sono solo una piccola parte di un quadro molto più ampio, spiega la WMO. I cicloni tropicali, le inondazioni, la siccità e altri pericoli hanno portato nel 2024 al più alto numero di nuovi spostamenti registrati negli ultimi 16 anni, hanno distrutto case, infrastrutture critiche, foreste, terreni agricoli e biodiversità, hanno contribuito a peggiorare le crisi alimentari e hanno causato enormi perdite economiche.

“In risposta, l’Organizzazione e la comunità globale stanno intensificando gli sforzi per rafforzare i sistemi di allarme rapido e i servizi climatici per aiutare i decisori e le società ad essere più resistenti alle condizioni meteorologiche e climatiche estreme. Solo la metà di tutti i paesi in tutto il mondo ha adeguati sistemi di allarme rapido. Bisogna cambiare”, ha detto Celeste Saulo.

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