Dopo la pubblicazione del nuovo rapporto delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che ha analizzato i piani climatici nazionali (NDC) di 195 Paesi, confermando quanto si è ancora ben lontani dall’assunzione di posizioni e sforzi necessari alla limitazione del riscaldamento globale entro 1,5°C, il WWF ha prontamente diffuso delle dichiarazioni di sostegno a quanto denunciato nel rapporto.
Infatti, in linea con il contenuto del rapporto l’Associazione ha ribadito come: “Anche se venissero attuati gli ultimi piani climatici nazionali disponibili, con gli impegni attuali le emissioni aumenterebbero di circa l’8,8%: si tratta di un miglioramento marginale rispetto al 10,6% individuato nel rapporto del 2022. Il mondo deve fare molto di più e ridurre le emissioni globali di almeno il 43% entro il 2030”.
“Che cos’altro serve al mondo per svegliarsi? – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – Il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, anticipano gli scienziati. E già abbiamo visto temperature record, di gran lunga più calde delle precedenti, con una sfilza di eventi estremi che hanno funestato persone e comunità in tutto il mondo. Abbiamo provato sulla nostra pelle, anche in Italia, cosa sono i Loss and Damage, le perdite di vite umane e i danni, di cui parlano nei negoziati climatici. Abbiamo capito che la crisi climatica non guarda in faccia a nessuno, colpisce tutti, a cominciare dai più fragili. Alla COP28 il mondo si dovrà unire nella volontà di aumentare le ambizioni, di lavorare insieme, di realizzare gli impegni, di trasformare le nostre società e di aiutare chi ha bisogno, per il bene della casa comune che condividiamo.”
“L’aumento di ogni frazione di grado – continua la nota del WWF – mette a rischio sempre più vite, ecosistemi ed economie. Questo messaggio non è mai stato così chiaro come quest’anno, in cui tutti i record delle temperature sono stati infranti, lasciando una scia di devastazione in tutto il mondo. Una delle decisioni della COP28 sarà il percorso e i piani per un’azione climatica ambiziosa delineati nel Global Stocktake, un filone di lavoro pensato proprio per delineare il prossimo ciclo di piani climatici nazionali”.
“Il Global Stocktake deve aiutare a colmare il divario tra quello che i Paesi stanno programmando di fare e ciò che realmente deve essere fatto per limitare il riscaldamento globale a 1,5℃- ha concluso Mariagrazia Midulla-. È un confronto che vedrà l’apporto di tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche: dal loro impegno e dalla leadership dei Governi deve venire quella risposta alla crisi climatica galoppante che i cittadini e i popoli chiedono e che ancora è ben lontana dall’essere sufficiente”.