È “praticamente certo” che il 2023 sarà l’anno più caldo degli ultimi 125.000 anni. A dirlo sono gli scienziati europei di Copernicus Climate Change Service (C3S) nell’ultimo report, dopo aver constatato che l’ottobre scorso è stato il mese più caldo mai registrato in quel periodo. Le continue emissioni di gas serra derivanti dalle attività umane, combinate con l’emergere del modello meteorologico El Nino, che riscalda le acque superficiali nell’Oceano Pacifico orientale, hanno prodotto il record assoluto da quando si effettuano misurazioni globali.
Ad ottobre 2023 la temperatura media dell’aria in superficie è stata di 15.30°C, 0.85°C al di sopra della media di ottobre del periodo compreso tra il 199 e il 2020 e 0.40°C al di sopra del precedente ottobre più caldo, quello dell’anno 2019. La temperatura globale per il mese di ottobre 2023 è stata la seconda più alta di tutti i mesi nel set di dati ERA5, dopo il mese di settembre 2023.
Il mese nel suo complesso è stato più caldo di circa 1.7°C rispetto alla media di ottobre del periodo compreso tra il 1850 e il 1900, periodo di riferimento preindustriale. Da gennaio a ottobre la temperatura media globale per il 2023 è la più alta mai registrata, 1.43°C al di sopra della media preindustriale del periodo compreso tra il 1850 e il 1900 e 0.10°C superiore al periodo equivalente dell’anno solare più caldo (2016).
“Possiamo dire quasi con certezza che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato, attualmente di circa 1.43°C sopra le temperature medie dell’era preindustriale” – sottolinea Samantha Burgess, vicedirettrice di Copernicus – “Il senso di urgenza per un’azione ambiziosa sul clima in vista della COP28 non è mai stato così alto” scandisce l’esperta di Copernucus.
Stando ai dati di Copernicus, inoltre, ottobre 2023 è inoltre il sesto mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino antartico si è mantenuta a livelli minimi record, con un valore mensile dell’11% inferiore alla media. L’estensione del ghiaccio marino artico ha raggiunto il mese scorso il 7° valore più basso, registrando un 12% al di sotto della media, aggiunge Copernicus i cui risultati riportati si basano su analisi generate al computer e sul set di dati ERA5, che utilizza miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo.
Sempre nel mese di ottobre 2023 le precipitazioni sono state superiori alla media in gran parte dell’Europa: la tempesta Babet ha colpito l’Europa settentrionale, mentre la tempesta Aline ha colpito il Portogallo e la Spagna, portando forti precipitazioni e inondazioni, rileva ancora Copernicus. Il servizio inoltre che oltre all’Europa, il clima è stato più umido rispetto alla media in diverse regioni, tra cui: il sud-ovest del Nord America, alcune zone della penisola arabica, regioni dell’Asia centrale e della Siberia, Cina sud-orientale, Brasile, Nuova Zelanda e alcune regioni dell’Africa meridionale. Queste circostanze sono state spesso associate al passaggio di cicloni che hanno generato forti piogge e danni consistenti. Negli Stati Uniti meridionali e in alcune parti del Messico a causa della siccità la temperatura è risultata più secca rispetto alla media, come nelle regioni dell’Asia centrale e orientale, e nella maggior parte dell’emisfero meridionale extratropicale, compresa l’Australia.