Pubblichiamo il bollettino dell’ong italiana Italian Climate Network, partner di 350.org e membro del Climate Action Network Europe, presente alla Cop27 in corso a Sharm el-Sheikh in Egitto, scritto nella seconda giornata del summit.
Si è conclusa intorno all’ora di cena la seconda giornata di COP27. Mentre nelle stanze negoziali delegati e organizzazioni cominciavano a preparare il campo ai negoziati dei giorni successivi, nella grande sala plenaria sfilavano gli oltre 100 Capi di Stato e di Governo per il consueto vertice dei leader dei paesi partecipanti, in un contesto di ultra-militarizzazione del centro congressi di Sharm El-Sheikh e immediati paraggi.
A COP27 Meloni non sorprende e presenta un discorso dai toni ampiamente mainstream, senza acuti. La Premier rivendica iniziative prese dal Governo Draghi nonostante fosse la leader dell’opposizione e sottolinea la nuova amicizia strategica con alcuni esportatori africani di fonti fossili. Nel definire sommariamente la sua visione non parla di PNIEC, PNACC, Perdite e Danni, ma neanche di Green Deal Europeo – omissioni non casuali.
Si apre con l’analisi di Jacopo Bencini, Policy Advisor e Capo Delegazione di ICN a COP27 questo secondo Bollettino ICN, già molto ampio e denso di approfondimenti, in cui trovate anche a seguire articoli a cura di: Stefano Caserini, Professore di Mitigazione dei Cambiamenti Climatici al Politecnico di Milano e socio fondatore di Italian Climate Network, Aurora Audino e Teresa Giuffrè, volontarie della sezione Clima e Advocacy e Erika Moranduzzo e Camilla Pollera, volontarie della sezione Clima e Diritti.
Meloni a COP27: tra mainstream, omissioni e il fantasma Draghi.
La Presidente del Consiglio Meloni, al suo primo vertice extra-europeo, ha portato a COP27 un discorso breve e asciutto, in lingua inglese. Chi come noi di Italian Climate Network attendeva il primo discorso della neo-premier per capire i principali indirizzi politici del nuovo governo, potrebbe essere rimasto colpito da tono e contenuti assolutamente mainstream sulla maggior parte dei temi, espressi nel linguaggio standard del politically correct internazionale e onusiano, insomma non la Meloni cui siamo abituati in Italia ed in Parlamento.