“Il piano di contenimento dei consumi di gas naturale presentato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani non è particolarmente innovativo e non è certamente risolutivo, ma se attuato avrebbe un impatto non trascurabile, fino a circa 6 miliardi di metri cubi di gas, pari a circa il 7-8% dei consumi, senza richiedere alcun investimento”. Lo sottolinea l’economista Alessandro Marangoni di Althesys, la società di consulenza specializzata nei mercati energetici.
“Chi critica il piano del MiTe e parla di soluzioni prive di ampio respiro o, al contrario, di strategie di medio-lungo termine che non tengono conto dell’emergenza, dimentica che il vero rischio è quello del non fare nulla, e sarebbe anche peggio. Se proprio volessimo fare un appunto al Ministro Cingolani – prosegue Marangoni – potremmo ricordargli che il settore elettrico è ancora in attesa del Decreto sulle aste delle rinnovabili, il cosiddetto nuovo FER 1 e il FER 2 sulle tecnologie innovative”.
“Piuttosto, il punto debole nel raggiungimento dei target previsti di misure come queste che vanno ad incidere sui comportamenti delle persone – aggiunge ancora l’economista – è proprio nel rispetto delle regole previste: ci si chiede se, nel momento in cui verrà più freddo, gli italiani si atterranno ai dettami fissati oggi. In tutti i casi, anche se non riuscirà ad incidere interamente sull’andamento dei consumi, questo provvedimento è comunque un primo passo, all’insegna del buon senso, in grado di traghettare il nostro Paese e il Governo che verrà verso una strategia di lungo termine più adeguata”.
“In questa prospettiva – conclude Marangoni – , bisognerebbe puntare ancora di più sull’efficienza energetica, con la previsione di nuovi e più incisivi interventi sul patrimonio immobiliare pubblico; gli edifici scolastici, ad esempio, sono spesso molto carenti”.