Con 5 GW di potenza installata, le comunità energetiche in Italia potrebbero generare una riduzione di CO2 di 1,35 milioni di tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro. Sono questi i risultati emersi dal working paper ‘Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities’ condotto dall’osservatorio Agici e Accenture e presentato venerdì 5 maggio, nella cornice di Palazzo Clerici a Milano, in occasione dell’evento ‘Nuove utilities per nuove clienti: vendita, servizi e comunità energetiche rinnovabili’.
L’analisi, presentata nel corso del workshop dell’osservatorio giunto quest’anno alla sua ventitreesima edizione, analizza il ruolo e le potenzialità che lo sviluppo che le comunità energetiche potranno avere nel percorso di transizione energetica del Paese. Dal working paper emerge come l’Italia, dove sono presenti 86 comunità energetiche, di cui solo 30 attualmente attive, sia in ‘ritardo’ rispetto al resto d’Europa, che presenta già circa 9.000 comunità energetiche, con Germania e Danimarca pionieri nel settore.
“In un contesto in cui la transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni ed in presenza di importanti capitali messi a disposizione attraverso i fondi del Pnrr e Gse, riteniamo che ci siano quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico. Si tratta delle comunità energetiche, delle utilities, delle Pmi e del digitale”, ha dichiarato Claudio Arcudi, responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa.
“Le comunità energetiche, infatti, possono permettere alle Pmi del nostro territorio di collaborare per produrre, consumare e condividere con la comunità dove operano l’energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze. Nello stesso tempo, le comunità energetiche costituiscono un’importante opportunità per le utilities, che hanno le capacità e le conoscenze necessarie ad indirizzare un approccio industriale in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano energetico nel nostro Paese e sono i player più adatti a realizzare e gestire il nuovo servizio. Abilitatore di questo modello sono le tecnologie digitali, che garantiscono la misurabilità delle performance e una gestione efficace di queste infrastrutture distribuite”, ha spiegato.
“Anche quest’anno lo studio condotto insieme ad Accenture, con cui siamo felici di rinnovare la nostra proficua collaborazione, ha voluto mettere a fuoco le principali tendenze e dinamiche in corso nel settore delle utilities. In questo senso, la scelta di volgere lo sguardo alle comunità energetiche è apparsa naturale per le enormi potenzialità che queste hanno nella transizione verso fonti rinnovabili, favorendo la partecipazione dei cittadini al sistema energetico”, ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici.
Una sintesi del wrking paper: