In Toscana sono nate 15 Comunità Energetiche in 3 anni, ma bisogna favorirne la diffusione

A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della Commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, in occasione del seminario "Le comunità energetiche rinnovabili: opportunità e sfide realizzative" che si è tenuto martedì 11 marzo all'Ac Hotel. Nel 2022 non c’era nessun impianto attivo in Toscana, mentre oggi, si contano almeno una quindicina di Comunità Energetiche con 19 impianti attivi, che generano 1.8 megawatt di potenza installata al servizio di 93 utenze

“In Toscana, i numeri relativi alle Comunità Energetiche Rinnovabili sono in crescita: nel 2022 non c’era nessun impianto attivo, mentre oggi, secondo i dati del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Gse (Gestore Servizi Energetici), si contano almeno una quindicina di Comunità Energetiche con 19 impianti attivi, che generano 1.8 megawatt di potenza installata al servizio di 93 utenze. Questi dati sono in continua evoluzione, perché negli ultimi mesi sono state costituite molte altre Comunità Energetiche Rinnovabili che stanno realizzando nuovi impianti, in attesa di allaccio o di adesione da parte di nuove utenze”. 

A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della Commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli ingegneri di Firenze, in occasione del seminario “Le comunità energetiche rinnovabili: opportunità e sfide realizzative” che si è tenuto oggi all’Ac Hotel. Tra i relatori anche Irene Sassetti, consigliera Tesoriere Cni, e Giancarlo Fianchisti, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze. 

Tra le Comunità Energetiche Rinnovabili presenti in Toscana ricordiamo Cer Sesto Fiorentino nel comune di Sesto Fiorentino, Cer Calenzano nel comune di Calenzano, Sieve Energia nel comune di Pontassieve, Cer.Taldo nel comune di Certaldo, Ceritalia Montevarchi nel comune di Montevarchi, Sienaenergie nel comune di Siena. 

Al convegno hanno partecipato Sienaenergie, Ceritalia Montevarchi, Sieve Energia, Cer Sesto Fiorentino. Queste hanno raccontato la propria esperienza, analizzando problemi incontrati, necessità di cambi normativi, opportunità offerte dalla transizione energetica. Inoltre, Maurizio Lunghi, della Commissione ambiente ed energia Ordine degli ingegneri di Firenze, ha esposto le proposte del Manifesto di Villamagna, in cui si chiede la modifica di alcuni passi della normativa, per rendere le Comunità più attrattive da un punto di vista economico, e quindi aumentarne la diffusione. 

“In Italia, dagli ultimi dati disponibili forniti dal Gestore dei Servizi Energetici, risultano attualmente cento Comunità Energetiche Rinnovabili attive, ovvero con impianti collegati – continua Corsi –. La maggior parte di esse dispone di un solo impianto di media-piccola taglia, sotto i 50 chilowatt, e un numero di utenze inferiore a cinque. Siamo ancora lontani dai principali paesi europei, in cui le Comunità Energetiche sono diffuse da anni: ad esempio, in Germania se ne contano 4.800, in Olanda 980 e in Francia 340. Dobbiamo recuperare terreno su questa importante opportunità, che rappresenta il modello energetico del futuro. Sarebbe necessario cambiare la normativa, che attualmente rende le Comunità Energetiche Rinnovabili poco convenienti per gli utenti”. 

Le Comunità Energetiche Rinnovabili sono associazioni di cittadini, imprese ed enti locali che producono, condividono e consumano energia rinnovabile a livello locale. Inoltre, le Comunità Energetiche Rinnovabili promuovono l’autoconsumo, l’indipendenza energetica, la sostenibilità ambientale e la riduzione dei costi energetici, e sono oggetto dei più recenti incentivi economici.

Articolo precedenteEnergia: le proposte del Coordinamento free per migliore il Decreto Bollette e il settore rinnovabile