Il 25 ottobre 2023, in un evento pubblico tenutosi presso Via Baltea 3, il Comitato Torino Respira ha presentato i risultati dell’analisi quinquennale condotta attraverso la campagna “Che aria tira?” riguardante la qualità dell’aria in città. Un’iniziativa che ha coinvolto attivamente oltre mille cittadini, numerose scuole, associazioni e organizzazioni di volontariato non solo nella Città Metropolitana di Torino ma anche in altre province del Piemonte. Nel corso di questi cinque anni, la campagna ha contribuito in modo significativo ad ampliare la comprensione della situazione relativa alla qualità dell’aria, aumentando la consapevolezza riguardo alle sue cause e agli impatti che essa comporta.
L’edizione 2023, in cui si è monitorato il mese di febbraio, ha potuto contare su 546 risultati utili, che includono indirizzi privati a Torino (tra cui 6 provette installate in corrispondenza delle centraline Arpa per validazione dei risultati), scuole a Torino (tra dell’infanzia, primarie secondarie ed università), in altri comuni della Regione, tra i quali Cuneo, Carmagnola, Alba, Pianezza, Settimo ed altri e un progetto specifico sulla Val di Susa condotto dal Politecnico di Torino.
I dati raccolti, attraverso i campionatori passivi, riguardano il biossido di azoto, un inquinante importante in quanto è di per sé pericoloso per la salute umana ed è un precursore del particolato fine (PM10 e PM2,5) e dell’ozono, gli altri due inquinanti per i quali l’aria a Torino è spesso fuorilegge.
I dati risultano in genere sottostimati rispetto ai dati rilevati dalle centraline ARPA nello stesso periodo.
Cosa è successo in 5 anni
Il 2019 è stato un anno terribile per la qualità dell’aria a Torino e, se l’anno successivo ha rilevato una diminuzione drastica, gli ultimi 4 anni – dal 2020 al 2023 – la situazione è rimasta stabile con miglioramenti ancora molto limitati.
Il periodo 2020-2021 mostra le conseguenze dell’effetto dei blocchi del traffico dovuti al Covid-19. Nel 2022-2023, quando si sono concluse le limitazioni sanitarie, la situazione si è stabilizzata su valori inferiori a quelli tra 2019 e 2020.
Nel 2023, il 14% dei siti misurati hanno rilevato valori sopra i limiti di legge (ossia superano i 40 µg/m3), valore che è quattro volte superiore a quelli raccomandati dall’Oms (10 µg/m3).
Tutti i siti misurati superano il valore raccomandato dall’Oms.
Osservando le carte di distribuzione dell’inquinamento, che il Comitato ha realizzato per la prima volta quest’anno, si vedono solo 3 aree con valori di NO2 al di sotto dei 10 µg/m3, limite al di sopra del quale l’OMS indica effetti negativi sulla salute.
Le aree più esposte, come si vede dalle mappe, continuano ad essere quelle anche più esposte a problemi economici e sociali: la periferia nord della città e la periferia sud agli ingressi in città.
Come stanno le scuole
L’analisi della qualità dell’aria è iniziata in maniera sistematica nel 2020, quindi si ha una valutazione degli ultimi 4 anni.
Il 10% delle scuole ha valori di NO2 superiori al limite di legge, tutte hanno rilevato valori sopra i criteri dell’OMS.
Nell’area di alcune scuole si conferma persistere una situazione di alto inquinamento.
Sono state 26 le scuole che nei 4 anni di rilevamento sono state nella “top 10” delle scuole più inquinate, con valori abbondantemente sopra i limiti di legge: ad esempio le scuole Danilo Dolci di via Reis Romoli – nel 2020 la più inquinata, De Panis di via Ala Di Stura, con alti valori di inquinamento 3 anni su 4, o la scuola Chagall di via Cecchi, tra le prime 10 più inquinate per 3 anni su 4.
Analizzando la media dei valori delle 10 scuole più inquinate nei vari anni, la media dei valori tende leggermente a migliorare nel tempo, ma resta critica.
“Il quadro che abbiamo presentato conferma come il miglioramento della qualità dell’aria si sia praticamente fermato negli ultimi quattro anni e come sia necessario passare ad azioni più decise per tutelare la salute dei cittadini e delle cittadine torinesi. Allarma soprattutto la situazione delle scuole, e per questo invitiamo l’Assessora Foglietta ad accelerare la realizzazione di strade scolastiche e di zone libere dalle auto intorno alle scuole, a partire da quelle che abbiamo individuato come le più critiche. Bisogna poi al più presto andare verso la trasformazione di Torino in “Città 30”, così come già fatto da Bologna e migliorare il trasporto pubblico soprattutto nelle periferie che, oltre ai molti altri problemi, soffrono anche dell’aria più inquinata in città”, commenta Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.
E ora?
L’attività del Comitato Torino Respira continua con azioni di sensibilizzazione e informazione sull’inquinamento dell’aria, a partire dalle azioni legali in corso e l’invito alle cittadine e cittadini è di continuare a sostenere l’impegno di Torino Respira aderendo al comitato (versando la quota di 5 euro all’anno), partecipando e contribuendo a diffondere l’importanza di veder garantito il diritto a respirare aria pulita.
L’inquinamento non c’è solo in inverno. Ed è per questo che il Comitato Torino Respira lancerà la prossima primavera una nuova campagna di monitoraggio civico: riguarderà l’ozono, un inquinante presente soprattutto d’estate e in crescita anche a causa del riscaldamento globale.
La Campagna “Che aria tira? 2023” si è svolta grazie alla collaborazione di:
ACMOS, ARCI Torino, Circolo Legambiente “Il Platano”, Legambiente Circolo Cuneo, Circolo Legambiente “GreenTo”, Associazione Pro Natura Carmagnola, Comitato NoTangest, Associazione Pianezza Ambiente, Comune di Nichelino, Comune di Settimo Torinese Fiab Alba Salinbici, Politecnico di Torino.