Una piazza Venezia molto partecipata è stata la cornice della manifestazione di protesta organizzata a Roma da Legambiente mercoledì 19 aprile, esattamente un anno dopo l’annuncio del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, della realizzazione dell’inceneritore da 600mila tonnellate a Santa Palomba.
In realtà l’appuntamento sarebbe dovuto essere in piazza del Campidoglio, ma il Comune di Roma a pochissime ore dall’evento ha negato ai promotori la piazza precedentemente autorizzata. “Tutti pensiamo ed è lecito pensarlo che Gualtieri non gradisca essere criticato proprio piazza del Campidoglio – hanno detto gli organizzatori – . Ma dovrà abituarsi al fatto che le critiche aumenteranno sempre di più data la nostra salda consapevolezza che questo piano rifiuti non ha senso”.
Sostenuta e partecipata da molti comitati e associazioni locali, nonché da WWF Roma e Zero Waste e da numerosi sindaci dei comuni a sud-est della Capitale che verranno interessati dall’impianto, la piazza ha avanzato delle richieste chiare: “Noi chiediamo che Gualtieri receda dal suo progetto poiché secondo noi non ha alcun senso economico e non serve per risolvere la crisi dei rifiuti di Roma. Per questo chiediamo che si seguano le indicazioni europee sull’economia circolare poiché non si tratta di sole ipotesi, ma di poter applicare tecnologie e metodi già sperimentati ed attuati che consistono nel riciclare il più possibile, destinando all’incenerimento quantità molto residuali”, dice ai microfoni di Eco dalle Città Giuseppe Girardi, uno dei portavoce dei comitati della Rete di Roma Sud.
Molto significativa l’unione e la partecipazione dei sindaci dei vari comuni della zona dove verrà realizzato l’inceneritore, appartenenti alla Città Metropolitana di Roma: Marino, Velletri, Ardea, Aprilia, Ciampino, Castel Gandolfo, Genzano, Albano Laziale, Frascati, Rocca Priora, Nemi, Ariccia, Monteporzio Catone: “Oggi siamo qui per manifestare tutto il nostro disappunto e dissenso nei confronti di una scelta che incide sulla programmazione di Roma Capitale ma che incide negativamente sui territori dei comuni che rappresentiamo e che subiranno, qualsiasi essa sia, la tecnologia che verrà usata. Si tratta di una scelta imposta da Roma Capitale senza alcun tipo di concertazione” dichiara a nome di tutti, il sindaco di Albano Laziale Massimiliano Borelli.
Nel corso della manifestazione, prima di lasciare la parola ai vari portavoce dei comitati e delle associazioni, si è tenuto un flash mob per dare ancora più voce e più eco alla piazza:
Tra i vari interventi anche quello del presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani: “Roma deve smettere di praticare la preistoria dei rifiuti che non corrisponde a quello che chiede l’Europa. Il problema dei rifiuti è colpa di 20 anni di mancate politiche indipendentemente dal colore politico. Nella capitale, quindi, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Serve la raccolta domiciliare in tutta la città, la tariffa puntuale, i centri del riuso e diversi impianti industriali per riciclare i rifiuti“.