Come sono cambiate la produzione e la raccolta dei rifiuti urbani durante questi due anni circa di pandemia? Per iniziare a rispondere alla domanda, abbiamo effettuato un primo raffronto sui dati dei rifiuti raccolti a Torino nei primi 7 mesi degli ultimi tre anni (tabella in basso).
Confrontando i dati dei mesi da gennaio a luglio del 2020 si osserva un calo della produzione complessiva del 14% rispetto al 2019, pari a 35.507 tonnellate di rifiuti in meno. La spiegazione va cercata nella diminuzione del flusso di pendolari, che, costretti a lavorare o studiare a distanza, hanno fatto precipitare la quantità di rifiuti prodotti in città.
Una differenza, quella rispetto al 2019, che si assottiglia solo parzialmente se si accostano gli stessi dati a quelli dei primi sette mesi del 2021, dove si registra una diminuzione del -11% rispetto al 2019, ma un aumento del +3% rispetto al 2020, evidente conseguenza della ripresa delle attività in presenza.
Se l’aumento della produzione rifiuti nel secondo anno di pandemia si aggira intorno al +3% rispetto al 2020, è però aumentata la percentuale di raccolta differenziata, che nel 2021 sale ad un +8% rispetto all’anno precedente. Richiama l’attenzione la quantità di plastica che rispetto al 2020 è passata da 9.637 a 10.993 tonnellate: un incremento del +14%, significativo soprattutto se si osserva che negli stessi mesi considerati del biennio 2019-2020 la differenziata di plastica raccolta aveva subito variazioni trascurabili.
Fanno ben sperare i dati relativi alla raccolta di rifiuto indifferenziato procapite, in continua diminuzione: da 157 kg del 2019 si è scesi a 132 kg nel 2021, un -16% che risulta ancora più interessante considerando che la quantità è inferiore anche al periodo gennaio-luglio 2020 (135 kg) rispetto al quale nell’anno corrente il flusso di persone è certamente aumentato.
Restano però critici i mesi estivi (maggio-luglio) nei quali la produzione totale aumenta: confrontando i dati dei primi tre mesi del 2021 (gennaio-marzo) con i primi tre mesi estivi (maggio-luglio) si può osservare un incremento del 4%, percentuale che si può ritrovare pressoché identica anche per l’organico, che aumenta del 4% rispetto ai mesi invernali considerati.
Dati che non devono stupire se si considera l’afflusso di turismo dovuto alle riaperture. Non a caso nei mesi estivi del 2021 la percentuale di plastica raccolta è aumentata del +12% rispetto ai mesi invernali (gennaio-marzo) e del +15% rispetto agli stessi mesi del 2020 quando avevano appena cominciato ad essere di nuovo possibili spostamenti e viaggi.
L’autunno non sembra foriero di nuove chiusure e limitazioni, e a giudicare dall’andamento dei dati riportati in tabella pare ci si debba aspettare di tornare a dati più vicini a quelli del 2019.