Giovedì 2 dicembre Enel ha annunciato la chiusura definitiva dell’impianto a carbone della centrale termoelettrica “Eugenio Montale” di La Spezia, in seguito al parere favorevole del Ministero della Transizione Ecologica. Dopo la chiusura delle centrali a carbone di Genova, di Bastardo e del Gruppo 2 della centrale “Federico II” di Brindisi, con lo stop alla centrale spezzina e quello ai gruppi 1 e 2 della centrale “Andrea Palladio” di Fusina, già ricevuta, saranno dismessi in questo 2021 ulteriori 870 MW di capacità a carbone per un totale di 1.900.
Esultano le associazioni ambientaliste: “L’autorizzazione alla chiusura della centrale a carbone di La Spezia è un’ottima notizia – dice la presidente del WWF Donatella Bianchi – : la presenza della centrale alimentata con il più sporco e inquinante dei combustibili fossili ha provocato tante sofferenze alla città e all’ambiente spezzino, oltre che al clima“. Inaugurata nel 1962 con il nome Edison-Volta, alimentata a olio combustibile e successivamente trasformata per bruciare carbone, la Centrale Eugenio Montale, con una potenza installata pari a 1,3 gigawatt, è arrivata a produrre quasi il 3% del fabbisogno energetico nazionale.
“In questo momento importante per la lotta al cambiamento climatico e ai combustibili fossili – prosegue Bianchi – vogliamo anche pensare al futuro. Ci auguriamo che Enel, le cui dichiarazioni rappresentano un segnale positivo, insieme alle istituzioni locali, continuerà a operare per lo sviluppo sostenibile e decarbonizzato della città e della regione, fondato sulle energie rinnovabili e i servizi per l’efficienza energetica”.
Come si sottolineava in uno studio che 6 anni fa il WWF commissionò all’ENEA (QUI lo studio), la Liguria ha enormi potenzialità e la nuova economia potrebbe essere un’occasione irripetibile”. La sintesi in questo video: |
---|