L’Italia si conferma tra i paesi più vulnerabili agli eventi climatici estremi, secondo il nuovo Climate Risk Index (CRI) 2025, pubblicato da Germanwatch. Il rapporto analizza l’impatto umano ed economico del cambiamento climatico, prendendo in esame gli ultimi 30 anni e basandosi sui dati fino al 2022. Per quell’anno, l’Italia occupa il terzo posto, mentre nell’intero trentennio si colloca al quinto.
Dal 1993 al 2022, il rapporto evidenzia quasi 800mila vittime globali, di cui ben 38mila in Italia. Solo nel 2022, circa 18mila persone hanno perso la vita a causa delle ondate di calore, mentre la siccità nella valle del Po, la più grave degli ultimi 70 anni, ha aggravato la situazione. Le perdite economiche per l’Italia ammontano a 60 miliardi di dollari, su un totale globale di 4,2 trilioni, considerando l’inflazione. Il report, tuttavia, non include ancora le alluvioni in Emilia-Romagna del 2023, che potrebbero aggravare ulteriormente il quadro.
Nonostante la crescente esposizione ai rischi climatici, l’Unione Europea rimane al quarto posto tra i principali emettitori di gas serra, dopo Cina, Stati Uniti e India. In particolare, l’Italia si posiziona terza in Europa per emissioni annuali, come evidenziato in un rapporto del Parlamento Europeo del 2024 sui dati del 2023. Il Climate Risk Index sottolinea come le misure adottate dai paesi più colpiti risultino ancora insufficienti per contrastare il cambiamento climatico.
Nella classifica del CRI 2025, gli Stati Uniti occupano il settimo posto per il 2022. Tuttavia, il ritorno alla presidenza di Donald Trump ha portato nuove incertezze, dato che tra i primi provvedimenti del suo mandato ha incluso l’uscita dall’Accordo di Parigi sul clima. Questo potrebbe avere conseguenze significative sugli sforzi internazionali per la riduzione delle emissioni e la mitigazione del cambiamento climatico.
Il Climate Risk Index invita i paesi più a rischio, tra cui l’Italia, a implementare politiche climatiche più incisive. L’aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi estremi, dalle ondate di calore alle siccità, impone una risposta rapida e coordinata per proteggere vite umane e ridurre l’impatto economico del climate change.