Clima Ue: accordo al ribasso per la nuova direttiva sull’efficienza energetica

Commissione, Parlamento e Consiglio hanno trovato la quadra sugli obiettivi per riformare la direttiva europea sull'efficienza energetica, definito "un ulteriore passo verso il completamento del pacchetto Fit for 55". L'accordo in realtà è al ribasso rispetto a quanto immaginato: si stabilisce un obiettivo di riduzione del consumo energetico finale di almeno l'11,7% da raggiungere collettivamente nel 2030, decisamente inferiore al 14,5% votato in plenaria dal Parlamento e al 13% proposto dalla Commissione nel REPowerEU

efficienza energetica Ue
ANSA/STEPHANIE LECOCQ

Raggiunto l’accordo provvisorio tra Commissione Ue, Parlamento e Consiglio per riformare la direttiva europea sull’efficienza energetica. Secondo Bruxelles si tratta di un ulteriore passo verso il completamento del pacchetto “Fit for 55” per realizzare il Green Deal europeo e il piano REPowerEU, il cui obiettivo ultimo è quello di rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050.

A conti fatti, in realtà, è un accordo al ribasso: si stabilisce infatti un obiettivo di riduzione del consumo energetico finale di almeno l’11,7% da raggiungere collettivamente nel 2030, che è decisamente inferiore al 14,5% votato dal Parlamento e al 13% proposto dalla Commissione nel REPowerEU.

Tuttavia, per la prima volta al principio dell’efficienza energetica viene conferita forza giuridica con un chiaro obbligo per i paesi Ue di prenderla in considerazione nelle decisioni politiche, di pianificazione e di investimento. Si tratta di uno strumento importante per promuovere il risparmio nei settori di utilizzo finale come l’edilizia, l’industria e i trasporti.

L’accordo provvisorio odierno richiede ora l’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Una volta completato il processo la nuova normativa sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore.

Obiettivi principali

Ai paesi membri viene richiesto di ottenere nuovi risparmi in media ogni anno dell’1,49% del consumo finale di energia, dal 2024 al 2030, rispetto all’attuale 0,8%. Dovranno gradualmente raggiungere l’1,9% entro la fine del 2030.

Settore pubblico

Le norme riviste attribuiscono inoltre maggiori responsabilità al settore pubblico, a cui si chiede un obiettivo annuale di riduzione del consumo energetico dell’1,9%. Gli enti pubblici dovranno tenere sistematicamente conto dei requisiti di efficienza energetica negli appalti pubblici di prodotti, servizi, edifici e lavori. I paesi dovranno inoltre rinnovare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione, compresi i livelli regionale e locale.

Imprese

Le aziende dovranno essere più efficienti. In primo luogo, i sistemi di gestione dell’energia diventeranno un obbligo predefinito per i grandi consumatori. Tutte le imprese, comprese le PMI che superano gli 85 TJ di consumo energetico annuo, dovranno implementare un sistema di gestione dell’energia. In caso contrario, saranno soggetti a audit energetico (se il loro consumo annuo supera i 10 TJ). Per la prima volta viene introdotto anche uno schema di rendicontazione delle prestazioni energetiche dei grandi data center.

Riscaldamento e raffrescamento

In base alle regole concordate, i paesi dell’UE dovranno anche promuovere piani di riscaldamento e raffrescamento locali nei grandi comuni con una popolazione superiore a 45.000 abitanti. Inoltre, con la definizione rivista di teleriscaldamento e teleraffrescamento efficiente, i requisiti minimi saranno gradualmente modificati per garantire una fornitura di teleriscaldamento e teleraffrescamento completamente decarbonizzata entro il 2050. Sostegno a nuove unità di cogenerazione ad alta efficienza che utilizzano gas naturale e collegate a sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento saranno possibili solo fino al 2030, mentre qualsiasi altro utilizzo di combustibili fossili sarà vietato per le nuove capacità di generazione di calore in tali sistemi.

Investimenti

L’accordo rafforza ulteriormente le disposizioni sul finanziamento dell’efficienza energetica per facilitare la mobilitazione degli investimenti. In base alle nuove disposizioni, i paesi dell’UE saranno tenuti a promuovere schemi di finanziamento innovativi e prodotti di prestito verdi per l’efficienza energetica, garantendo la loro offerta ampia e non discriminatoria da parte delle istituzioni finanziarie. I paesi Ue dovranno riferire sul volume degli investimenti nell’efficienza energetica.

Alleviare la povertà energetica

L’accordo include inoltre la prima definizione europea di povertà energetica. Gli Stati membri dovranno ora attuare misure di miglioramento dell’efficienza energetica in via prioritaria tra le persone colpite, i clienti vulnerabili, le famiglie a basso reddito e, ove applicabile, le persone che vivono in alloggi popolari. Le norme riviste si concentrano maggiormente sull’attenuazione della povertà energetica e sull’emancipazione dei consumatori, compresa la creazione di sportelli unici per l’assistenza tecnica e finanziaria e meccanismi extragiudiziali per la risoluzione delle controversie.