Oggi più che mai è necessario riconoscere l’urgenza della crisi climatica e promulgare leggi che tutelino le generazioni presenti e future, volte a garantire una scuola che educhi alla consapevolezza sulla crisi climatica, consultazioni e coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali, la riduzione delle emissioni, dell’utilizzo del carbone e dei pesticidi, la riqualificazione del settore edilizio residenziale, l’ammodernamento del trasporto pubblico e, ancora, più investimenti per le comunità colpite dai disastri climatici e l’utilizzo di indicatori specifici per assicurare che gli investimenti siano child-responsive.
Queste le principali istanze sottoposte al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin e alle altre istituzioni presenti, dai ragazzi e le ragazze che hanno preso parte mercoledì 12 ottobre al dialogo intergenerazionale tra giovani e Istituzioni dal titolo “Governo e giovani dialogano: quali proposte per il clima?”, promosso da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro – in collaborazione con UNDP Rome Centre for Climate and Energy.
“Come Mase e come Governo stiamo lavorando per rendere l’ambiente centrale nelle scelte economiche, e in questo percorso la voce dei giovani è irrinunciabile e sarebbe un errore imperdonabile non ascoltarla” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Serve il loro impegno civile, servono le loro idee e la loro passione e questo vale soprattutto sulle questioni ambientali: le nostre ragazze e i nostri ragazzi devono essere protagonisti di un dibattito che riguarda innanzitutto il loro futuro. Sono pronto ad ascoltare e a confrontarmi: non possiamo perdere più tempo”.
L’incontro – che si inserisce nel programma dell’iniziativa All4Youth Italy 2023 promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in vista dello #Youth4Climate #SparkingSolutions – è stato l’occasione per le ragazze e i ragazzi di diverse realtà giovanili italiane attive sui temi del cambiamento climatico e dell’ambiente di presentare al Ministro le loro proposte su alcuni temi rilevanti, che riguardano in particolare: educazione e partecipazione, energia, sistemi agroalimentari, sostenibilità urbana e finanza per il clima.
Secondo i ragazzi e le ragazze, tra cui i rappresentanti del Movimento Giovani per Save the Children che sono intervenuti, è necessario mettere al centro dell’agenda politica la volontà di dare una risposta all’attuale crisi climatica che affligge la vita dei bambini, soprattutto quelli già colpiti da disuguaglianze e discriminazioni, coloro che meno hanno contribuito a causare l’attuale situazione, ma sono i più esposti ad essa.
Oggi 160 milioni di bambine e bambini sono esposti a siccità gravi e prolungate[1]. Entro il 2050, 24 milioni di bambini saranno denutriti a causa della crisi climatica[2]. Secondo una stima di Save the Children, il numero di bambine che rischiano di subire il duplice rischio degli impatti del cambiamento climatico e del matrimonio infantile è destinato ad aumentare del 33%, raggiungendo quasi i 40 milioni entro il 2050. C’è un’enorme carenza di fondi per molti Paesi colpiti dalla crisi climatica e alimentare. Gli attuali finanziamenti per l’Africa, ad esempio, sono di gran lunga inferiori rispetto al fabbisogno: secondo un’analisi di Save the Children, i 9 Paesi in cui i bambini sono più a rischio di impatti climatici ricevono, in media, soltanto 2,30 dollari di finanziamenti per persona all’anno per promuovere strategie di adattamento alla crisi climatica, rispetto a un fabbisogno stimato di 11,40 dollari[3].
Inoltre, solo il 2,4% dei principali fondi globali per il clima può essere classificato come sostegno ad attività che rispondono alle esigenze dei bambini, nonostante oltre un miliardo di bambini sia ad altissimo rischio di subire gli impatti della crisi climatica. Inoltre, quando si parla di minori, questi sono spesso considerati solo come un gruppo vulnerabile invece che essere riconosciuti come soggetti attivi e agenti di cambiamento, tanto che meno del 4% dei progetti, pari ad appena il 7% degli investimenti dei fondi multilaterali per il clima – che equivalgono a 2,58 miliardi di dollari – prende in considerazione in modo esplicito e significativo le esigenze e il coinvolgimento dei bambini[4]
In tema di educazione, i giovani chiedono che la scuola abbia un ruolo centrale per formare, fin dalla prima infanzia, cittadini consapevoli della crisi climatica in corso, potenziando l’educazione ambientale, promuovendo la partecipazione dei giovani a politiche e azioni per il clima, e accompagnando ragazze e ragazzi verso lo sviluppo di green skills. Al governo italiano chiedono, inoltre, di creare spazi di ascolto, consultazione e partecipazione dei giovani sullo sviluppo sostenibile e di prendere parte ai processi decisionali internazionali.
A livello energetico, la richiesta al governo è di portare l’obiettivo di riduzione delle emissioni previsto dal nuovo PNIEC (Piano Energia e Clima) dal 40,3% al 65% rispetto ai livelli del 1990 e di introdurre un nuovo obiettivo, al 2035, di copertura al 100% da fonti rinnovabili del settore elettrico. Ma anche di avviare una politica di riqualificazione del settore edilizio residenziale e non, di stabilire definitivamente l’eliminazione graduale del carbone entro il 2025 su tutto il territorio nazionale e di trasformare l’Italia in un hub di fonti rinnovabili.
Non mancano, poi, le proposte che riguardano il sistema agroalimentare, centrale nella lotta al cambiamento climatico, anche in Italia dove l’agricoltura è la prima responsabile dell’emissione di metano e della perdita di biodiversità. Su questo tema, i giovani chiedono la rapida approvazione del Regolamento europeo sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR) che fissi obiettivi di riduzione dell’uso dei pesticidi vincolanti per gli Stati membri (per l’Italia riduzione del 62% dell’uso dei pesticidi al 2030); una gestione sostenibile del suolo, con l’incentivo del biologico e di sistemi per la conservazione della fertilità del terreno; azioni per la lotta allo spreco alimentare e la promozione di food policies nelle città, mense scolastiche di qualità che assicurino a bambine e bambini accesso al cibo e a diete sostenibili.
Per affrontare la sfida della sostenibilità urbana, i giovani si rivolgono al governo affinché investa sull’ammodernamento delle reti di trasporto pubblico e l’estensione di servizi nelle zone suburbane e periferiche, crei incentivi per l’installazione di fonti di energia rinnovabile negli edifici, aumenti la copertura arborea nelle città e promuova progetti di riqualificazione urbana per contrastare l’effetto isola di calore e migliorare la biodiversità.
Durante l’evento si è parlato, infine, anche di finanza climatica e qui i giovani chiedono investimenti superiori agli attuali 100 miliardi l’anno di finanza climatica, e che tengano in considerazione i diritti, i bisogni e la voce dei bambini, attraverso l’utilizzo di indicatori child-responsive. Inoltre chiedono risorse per riparare i danni e le perdite subite dalle comunità maggiormente colpite dai disastri climatici.