Eventi estremi legati a condizioni meteorologiche, climatiche e idriche hanno causato 11.778 disastri segnalati tra il 1970 e il 2021, con poco più di 2 milioni di morti e 4,3 trilioni di dollari di perdite economiche. Lo rende noto l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), che fa capo all’Onu, in occasione dell’apertura del Congresso meteorologico mondiale quadriennale, il 22 maggio a Ginevra.
Le perdite economiche sono aumentate vertiginosamente, con i paesi meno sviluppati e i piccoli Stati insulari che hanno subito un costo sproporzionatamente elevato rispetto alle dimensioni delle loro economie. Se mei paesi più ricchi i quattro quinti dei disastri hanno determinato perdite pari a meno dello 0,1% del prodotto interno lordo (PIL), nei paesi più poveri il 7% degli eventi ha avuto un impatto equivalente a più del 5% dei rispettivi PIL, con diversi cataclismi che hanno causato perdite economiche fino a quasi il 30%. Nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo il bilancio è catastrofico, con alcuni disastri che hanno causato perdite economiche superiori al 100%.
Tuttavia, il miglioramento degli allarmi precoci e la gestione coordinata dei disastri hanno ridotto drasticamente il bilancio delle vittime umane, che, manco a dirlo, per oltre il 90% hanno riguardato i paesi più poveri.
Nel primo giorno il Congresso si apre proprio con un dialogo ad alto livello sull’accelerazione e il potenziamento dell’azione per garantire che i servizi di allerta precoce raggiungano tutti gli abitanti della Terra entro la fine del 2027. I lavori vedono riuniti i massimi rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite, delle banche di sviluppo, dei governi e dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, responsabili dell’emissione di allerta precoce.
“Le comunità più vulnerabili purtroppo sopportano il peso maggiore dei rischi meteorologici, climatici e legati all’acqua”, ha affermato il segretario generale della WMO, il professor Petteri Taalas. “La tempesta ciclonica estremamente violenta Mocha ne è un esempio. Ha causato vaste devastazioni in Myanmar e Bangladesh, colpendo i più poveri tra i poveri. In passato, sia il Myanmar che il Bangladesh hanno subito decine e persino centinaia di migliaia di vittime. Grazie agli allarmi precoci e alla gestione dei disastri, questi tassi di mortalità catastrofici sono ora per fortuna storia passata. Gli allarmi precoci salvano vite”.
Anche per il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, i sistemi di allerta precoce sono una misura di adattamento al clima comprovata ed efficace, “che salva vite umane e fornisce un ritorno sull’investimento almeno dieci volte superiore”. Tuttavia, solo la metà dei paesi dispone di sistemi simili. Per questo l’iniziativa Early Warnings riceve un ampio sostegno, che va dall’Unione internazionale delle telecomunicazioni, alla Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, da oltre venti altre agenzie delle Nazioni Unite e da un’ampia gamma di parti interessate, alle istituzioni finanziarie e i settori privati.
Una prima serie di 30 paesi è stata identificata per il lancio dell’iniziativa nel 2023.