Villa San Giovanni, Napoli, Livorno, La Spezia, Genova, Savona, Chioggia (Venezia), e Ancona: Le analisi delle emissioni navali effettuate nei porti di queste città hanno evidenziato livelli di biossido di azoto nocivi per la salute umana sia in Italia che negli altri porti europei lungo le rotte marittime più frequentate nel Mediterraneo, come Atene, Valencia e Malta. I risultati di questi monitoraggi costituiscono un segnale d’allarme per le comunità che risiedono lungo le coste del Mediterraneo, specialmente nelle città portuali. Questi dati dovrebbero spingere a una presa di posizione decisa nei confronti dell’industria marittima e dei governi, affinché si intervenga tempestivamente per adottare norme e misure volte a ridurre rapidamente le emissioni di inquinanti atmosferici e gas serra prodotti dalle navi.
I dati rilevati nelle città italiane sono scioccanti, scrive Cittadini per l’aria. A Villa San Giovanni, un’area portuale in cui si prevedono più di 100 approdi di navi e aliscafi al giorno, nel periodo che va dal 16 luglio al 13 agosto è stata registrata una media di 94 µg/m³ di NO2, ovvero una concentrazione quasi 10 volte più elevata della soglia annua indicata dalle nuove linee guida dell’OMS a tutela della salute umana e circa 4 volte quella che i ricercatori indicano a tutela della salute umana sulle 24 ore. A Napoli, dove la misurazione nell’area portuale è avvenuta a ottobre, le concentrazioni a Porta di Massa, sono arrivate addirittura 73 µg/m³, quindi quasi due volte il vigente limite annuo di legge e tre volte la soglia giornaliera (25 µg/m³) al superamento della quale i ricercatori associano un danno certo alla salute umana. Parimenti allarmanti sono i dati raccolti dai cittadini di La Spezia, Livorno, Genova e Ancona, città dove le navi sostano per ore con i motori accesi a poche decine di metri dalle finestre degli abitanti.
Fra luglio e ottobre i cittadini di 15 città portuali del Mediterraneo hanno condotto rilevazioni dell’inquinamento atmosferico nelle aree intorno ai porti. La campagna di scienza partecipata, si è svolta in Italia nell’ambito della rete “Facciamo respirare il Mediterraneo” – coordinata da Cittadini per l’aria e che raggruppa numerosi comitati e associazioni attivi sul tema delle emissioni navali nelle città di porto italiane – e in Europa della coalizione europea di ONG (NABU, Cittadini per l’aria, Ecologistas en Acción, ZERO, Ornitologiki e BirdLifeMalta) che da diversi anni sostiene l’attivazione di un’Area a Controllo delle Emissioni navali nel Mediterraneo.
Il monitoraggio – che si è svolto durante quattro settimane nelle città di porto di Italia, Spagna, Grecia, Malta e Portogallo – ha riguardato il biossido di azoto (NO2), un inquinante che proviene dalla combustione dei carburanti fossili diesel e, in particolare, dai motori delle navi che, bruciando il cosiddetto “Olio Pesante” (HFO), producono quantità molto elevate di questo inquinante.
L’esposizione al biossido di azoto è associata all’incremento di asma, infarti, disturbi cardio circolatori e mortalità generale, oltre che ad alterazioni dello sviluppo cognitivo nei bambini. Gli ossidi di azoto, inoltre, danneggiano le piante e le colture e rappresentano precursori dell’ozono troposferico, a sua volta altamente tossico e causa di frequenti allarmi smog nelle città portuali particolarmente nel periodo estivo in cui il traffico navale è particolarmente intenso. L’ozono è, inoltre, un gas a effetto serra che accelera il riscaldamento globale.
Eppure, le soluzioni tecniche per prevenire le emissioni di NOx esistono così come, nel Mare del Nord e nel Mar Baltico, esistono già i limiti per questo inquinante per le navi che vi si spostano.
La rete di ONG di Italia, Spagna, Francia, Grecia, Malta, Portogallo e Germania chiede agli Stati che si affacciano sul Mediterraneo di istituire un’area di controllo delle emissioni di azoto (NECA) per il Mar Mediterraneo. Una misura che limiterebbe le emissioni di NOx e porterebbe a una riduzione delle emissioni nocive delle navi fino al 70%.
“Vogliamo che i nostri politici agiscano finalmente per proteggere la nostra salute e l’ambiente. È quindi un’occasione persa che la priorità di giungere al più presto all’attivazione dell’Area a Controllo delle Emissioni di NOx non sia stata messa in cima all’agenda della riunione della Conferenza di Barcellona appena conclusasi in Slovenia” dice Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “Gli abitanti delle città di porto del Mar Mediterraneo si ammalano e perdono la vita a causa di pratiche avide dell’industria navale. È urgente che i governi agiscano per proteggere la salute e l’ambiente di chi vive nelle aree portuali e nel bacino del Mediterraneo che conta circa 250 milioni di abitanti”.
L’esperto di navigazione della ONG tedesca NABU, Sönke Diesener, afferma: “L’uso di combustibili fossili da parte delle navi senza che vi si accompagnino regole efficaci rappresenta il problema principale. Le aree di controllo delle emissioni (ECA) sono già in vigore nel Mare del Nord e nel Mar Baltico e hanno dimostrato di migliorare drasticamente la qualità dell’aria. I Paesi rivieraschi del Mediterraneo dovrebbero agire per proteggere le persone, l’ambiente e il clima. Un’area di controllo delle emissioni potrebbe evitare 10.000 morti premature all’anno entro il 2050. I benefici attesi per la salute superano di 4,4 volte i costi di tale misura, mentre i tassi di trasporto sulla terraferma non aumenterebbero oltre le normali fluttuazioni del mercato”.
Le tante associazioni e i comitati italiani che hanno partecipato alla campagna di scienza partecipata misurando l’NO2 nei porti, l’Associazione Livorno Porto Pulito, We are here Venice (in collaborazione con dei cittadini di Chioggia), Ecoistituto di Reggio Emilia e Genova, il Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest , Italia Nostra Ancona, No Fumi Ancona, Rete Ambiente Altro Turismo La Spezia, il Gruppo Volontari Greenpeace di Napoli e il Comitato Vivibilità Cittadina di Napoli, si battono ogni giorno per dare dignità e tutela ai cittadini che crescono e vivono nelle città di porto deprivati di una buona qualità dell’aria indispensabile alla vita e commentano i dati pubblicati oggi e le criticità che affliggono le loro città su questo fronte.
“A Livorno si conferma che il biossido di azoto presente in atmosfera nelle aree più vicine al porto è più elevato dei valori riscontrati dalla centralina Arpat nella seconda strada più inquinata della Toscana”. Luca Ribechini, Associazione Livorno Porto Pulito.
“Genova è stata premiata di recente come città più virtuosa del Mediterraneo sulla sostenibilità, la lotta ai cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile (Istanbul Environmentally Friendly City Award), ma la realtà è tragicamente diversa. Ad esempio, l’inquinamento dell’aria è superiore ai limiti consentiti e buona parte di questo inquinamento che va a danneggiare la salute di noi genovesi è causato dalle navi in porto con i motori sempre accesi. Secondo i dati pubblicati su IS Global – Ranking of Cities, Genova è la 34esima città più inquinata d’Europa sugli NO2 e questo causa oltre 300 morti premature ogni anno (di cui circa la metà è causato dall’inquinamento navale). È urgente concludere l’elettrificazione delle banchine e spegnere i motori delle navi in porto per tutelare la salute dei cittadini genovesi. Abbiamo le soluzioni per avere un’aria più pulita, adottiamole.” Enzo Tortello, Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest.
“Notiamo con grandissima preoccupazione che, nei giorni in cui stazionano le navi da crociera, i picchi di inquinamento, soprattutto del biossido di azoto, si innalzano enormemente. L’attuale legge che definisce i valori limite degli inquinanti atmosferici è obsoleta; è stata fatta nel 2010 sulla base di linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità del 2005. Oggi l’OMS ci dice che con quei valori si muore e il limite indicato nelle nuove linee guida è ampiamente superato ogni volta che abbiamo una grande nave ormeggiata. Le analisi fatte alla Spezia per la zona prospiciente i moli di ormeggio delle grandi navi da crociera indicano 7 morti premature a breve termine ogni mille abitanti e 5 morti premature a lungo termine ogni cento abitanti imputabili al biossido di azoto, fatevi due conti e meditate” Vittorio Gasparini Rete Ambiente Altro Turismo La Spezia.
“A Napoli, dove il porto è al centro della città e uno dei cuori pulsanti del trasporto di merci e persone, è davvero impattante il livello di emissioni rilevate. Queste rivelano un grosso rischio per la salute di cittadine e cittadini e pregiudicano tantissimo la qualità dell’aria di una città come la nostra che ha visto negli anni diminuire gli spazi verdi mentre aumentava il traffico automobilistico. È sempre più necessario intraprendere azioni che tutelino la qualità dell’aria e la salute di cittadini e cittadine” Francesca Zazzera Greenpeace Gruppo Locale di Napoli.
Secondo Rosario Previtera, presidente di SAVE YOUR GLOBE: “Ancora una volta Villa San Giovanni (RC) si rivela tra le città portuali più inquinate del Paese, nonostante l’elevata ventilazione naturale presente sullo Stretto di Messina. Le migliaia di tratte Villa San Giovanni-Messina e viceversa percorse ogni mese sullo Stretto da parte di navi con motori per gran parte obsoleti sono causa di emissioni di NO2 e polveri sottili i cui effetti sono crescenti anche a causa dell’aumento delle temperature generalizzate. A ciò si aggiungano gli scarichi di circa 5 milioni di veicoli che ogni anno attraversano la città di Villa San Giovanni e di Messina e sostano nei pressi del porto. L’Associazione SAVE YOUR GLOBE ha più volte monitorato negli anni tale stato con centraline di vario tipo, rinnovando periodicamente l’allarme tumori il cui livello di diffusione è da decenni in crescita esponenziale. Sarà fondamentale nel nostro caso sia spostare a sud il porto cittadino e allontanarlo dalle aree abitate sia sensibilizzare le compagnie di navigazione verso una corretta transizione energetica ed ecologica, scevra dal greenwashing come richiesto in tutta Europa, per tutelare l’ecosistema ma anche la salute dei numerosi lavoratori del comparto”.
“Italia Nostra, No Fumi e le altre associazioni ambientaliste stanno conducendo da alcuni anni una dura battaglia pubblica contro il progetto dell’Autorità Portuale di realizzare un home port della MSC sul Molo Clementino dove Traiano parti per la conquista della Dacia e dove, 1600 anni dopo, Vanvitelli realizzò il suo porto. La nuova amministrazione comunale è contraria, a differenza di quella precedente, e dopo un primo parere sfavorevole della sottocommissione VIA VAS, si attende il parere definitivo. Lo studio PIA ha dimostrato come in Ancona vi siano 110 morti in più di quelle attese, causa l’inquinamento atmosferico dovuto anche alle navi” Maurizio Sebastiani, Italia Nostra Ancona.
“Collaborando a questa iniziativa ha confermato ulteriormente la povertà delle informazioni pubblicamente disponibili anche per questioni delicate come l’inquinamento del traffico navale. Speriamo di stimolare le autorità a migliorare il monitoraggio delle emissioni portuali.” Jane da Mosto, We are here Venice.