Martedì 6 dicembre 2022 è stato pubblicato il Rapporto annuale sullo stato del sistema di gestione dei rifiuti 2022, da parte dell’Osservatorio Rifiuti della Città metropolitana di Torino. Il documento, redatto con il supporto dei volontari del servizio civile, ha la finalità di fornire uno strumento informativo utile per Consorzi di Area Vasta (CAV), ATO-R, ma anche per aggiornare i cittadini relativamente alla produzione e gestione integrata dei rifiuti urbani prodotti dal territorio metropolitano.
I dati elaborati nel 2022 sono relativi all’anno di indagine 2021, che ha visto proseguire, sebbene con riflessi meno intensi, il prolungarsi della pandemia da SARS-CoV-2. Agli effetti della pandemia si sono sommati fenomeni sociali e di consumo, come l’incremento del ricorso al delivery e all’asporto, e una maggiore adozione del lavoro agile, che hanno di conseguenza modificato la produzione di rifiuti. Di questi fenomeni è necessario tener conto nella lettura dei dati.
Tra gli elementi più importanti che emergono dal rapporto si segnalano i seguenti:
- cresce la quantità di rifiuti urbani totali prodotti (pari a 1.082.710 tonnellate) di oltre 30.000 tonnellate (+3%) nel 2021 rispetto al quantitativo registrato nel 2020; la produzione nel 2021 risulta tuttavia inferiore al valore di produzione pre-pandemia del 2019 di oltre 8.000 tonnellate.
- si riduce il rifiuto urbano indifferenziato del 2,1%, passando da 427.314 tonnellate nel 2020 a 418.524 tonnellate nel 2021.
- cresce nel 2021 la percentuale di raccolta differenziata arrivando a poco più del 61%. Tuttavia, il traguardo del 65% fissato dalla normativa nazionale per il 2012 è stato raggiunto solo a macchia di leopardo. In particolare l’obbiettivo non è ancora stato raggiunto dalla Città di Torino.
A livello di singoli Comuni, compreso la già citata Città di Torino, sono 159 (circa metà dell’intera area metropolitana) quelli che non hanno ancora raggiunto il 65% di RD; di questi ben 48 sono addirittura sotto la soglia del 50% di RD.
Il grafico sottostante mostra l’attuale composizione della raccolta differenziata (% calcolata peso frazione/peso rd totale); organico/verde e carta insieme costituiscono oltre la metà della raccolta differenziata, seguono vetro, plastica e le altre frazioni più minute. Si sottolinea la scarsa intercettazione dei raee (in particolare quelli di piccole dimensioni) che si attesta a soli 4 kg/ab/anno. Vale comunque evidenziare che la quantità registrata non tiene conto dei rifiuti conferiti direttamente presso i rivenditori.
La quantità di raccolta differenziata ovviamente non è l’unico indicatore di una corretta programmazione del ciclo integrato dei rifiuti ma è necessario valutare anche la qualità e in conseguenza l’avvio a riciclo delle varie frazioni raccolte separatamente. Non meno importante è la prevenzione dei rifiuti: la crescita dei rifiuti totali del 2021 rispetto al 2020 – anno più severo della pandemia – segnala come non sia ormai più procrastinabile una strategia ampia di prevenzione.
È notizia di questi giorni la presentazione della proposta di nuovo regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, parte del cosiddetto pacchetto economia circolare.
Fra le importanti novità ci sono proprio interventi mirati alla prevenzione dei rifiuti ed in particolare la fissazione di obiettivi per il riuso e la ricarica degli imballaggi.
Dal 2030 viene previsto un sensibile aumento delle % di imballaggi riutilizzabili (elettrodomestici, bevande da asporto, take away, scatole per trasporti) e dal 2028 viene prevista l’introduzione di un sistema di deposito e restituzione per le bottiglie di plastica monouso fino a 3 litri e per i contenitori di bevande monouso in metallo fino a 3 litri.