Il tanto atteso incontro tra l’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), e il ministero dei Trasporti (Mit) sul tema Città 30 si è finalmente svolto il 27 febbraio. Al tavolo hanno partecipato sia delegati del Comune di Bologna che del Comune di Milano. Le parti stanno cercando di stabilire criteri comuni per tutte le città, con l’impegno costante dell’Anci di proteggere l’autonomia dei sindaci. Tuttavia, a Bologna c’è un conflitto interno tra l’amministrazione e Fratelli d’Italia.
Durante l’incontro si è lavorato per definire linee guida uniformi a livello nazionale in accordo con l’ordinanza di Salvini, mantenendo però l’integrità delle decisioni locali. Il Palazzo d’Accursio, rappresentato dal direttore generale Valerio Montalto, dal direttore della Mobilità Cleto Carlini e dall’assessora ai Trasporti Valentina Orioli, ha presentato un dettagliato dossier sulla Città 30, includendo delibere, ordinanze e il piano del traffico, che illustra il processo decisionale culminato nell’adozione del provvedimento il 16 gennaio. Inoltre, Palazzo d’Accursio ha confermato la sua conformità alla direttiva di Salvini.
Il Mit, con una nota, ha comunicato che, in un clima costruttivo e di estrema collaborazione, gli uffici ministeriali confermano la disponibilità a continuare il dialogo con i Comuni. L’obiettivo è guidare la piena attuazione della direttiva del Mit e delle relative indicazioni, che a loro volta derivano dalle prescrizioni del codice della strada. Questo non implica un’approvazione o meno delle zone 30, già previste dal codice della strada con segnaletica apposita, ma piuttosto definire concretamente la loro estensione e motivare il provvedimento strada per strada.
L’assessora Orioli, ha definito l’incontro “cordiale e di confronto sulla direttiva del ministero”. Ha inoltre aggiunto che i presenti si sono lasciati con l’impegno di proseguire la discussione in un apposito tavolo in sede Anci con gli altri Comuni. L’obiettivo è quello di capire come applicare la direttiva, stabilendo un metodo di lavoro e criteri validi per tutte le città.
Intanto, il 28 febbraio, in Sala Borsa a Bologna, si è tenuto un incontro nazionale con sindaci, associazioni esperte ed esperti, dal titolo, “Più piano, più sicuro“. Matteo Lepore, sindaco di Bologna, a presentato i primi dati a un mese dall’introduzione del limite di velocità di 30km/h. “Nel primo mese abbiamo ridotto gli incidenti del 16% – ha illustrato il sindaco – in particolare gli incidenti per i pedoni sono diminuiti del 25%”, -19% anche la gravità degli incidenti. Abbiamo inoltre registrato un più 29% negli spostamenti ciclabili per andare al lavoro, assieme agli incidenti che continuano a calare e all’inquinamento che a Bologna, secondo le centraline, continua a scendere. Oltre 100 Comuni stanno facendo come noi, questa è una misura per la sicurezza di tutti, e andremo avanti”.
Non si è fatta attendere la risposta del Mit in merito alle dichiarazioni del sindaco di Bologna: “La sicurezza stradale è un obiettivo che deve unire e non dividere, e per questo deve essere perseguito con pragmatismo e non sulla base di scelte ideologiche”.
“In questa direzione, il ministero si è messo a disposizione del Comune di Bologna e di Anci affinché qualsiasi riduzione del limite di velocità da 50 a 30 km/h sia il risultato di valutazioni tecniche relative alle caratteristiche di ciascuna strada o tratto di strada e alle relative condizioni di utilizzo. – evidenzia ancora il Mit -. Il Codice della strada non è un ostacolo all’esercizio dell’autonomia dei Comuni, ma una garanzia che qualsiasi scelta sui limiti di velocità sia adottata secondo un metodo analitico e rigoroso, capace di ponderare i molteplici interessi in gioco, incluso quello alla mobilità dei cittadini. Con questo spirito, è importante che il Comune di Bologna faccia al più presto le proprie valutazioni sull’adeguamento delle ordinanze sulle aree 30 alla direttiva Mit, perché sulla circolazione stradale bisogna dare certezze ai cittadini e costruire regole che possano essere realmente rispettate. Non è intenzione del vicepremier e ministro Matteo Salvini ingaggiare inutili polemiche”.