Ripartire dalle pratiche di riciclo e riutilizzo per vincere la sfida globale del cambiamento climatico. Il susseguirsi delle crisi, pandemica, delle materie prime ed energetica, se da un lato ha catalizzato la pubblica attenzione, dall’altro ha dimostrato come sia necessario un approccio globale e di ampio respiro su tutte le emergenze che marcheranno il futuro che sta arrivando. Occorre gettare, in fretta, solide basi per la crescita sostenibile della società e per una virtuosa gestione sia delle risorse naturali che dei rifiuti che da esse produciamo.
Secondo il Circularity Gap Report, su 101 miliardi di tonnellate di risorse che ogni anno vengono estratte dal pianeta, ben 46 sono disperse o perdute e solo 7 vengono riciclate. Questo significa che, mediamente, la Terra viene depredata di circa 94 miliardi di tonnellate ogni anno. Quelle disperse – contrariamente a quelle riciclate – sono risorse che non generano nuovi investimenti ma, al contrario, concorrono all’emissione di gas serra e sostanze nocive.
E’ necessario invertire velocemente la rotta e sviluppare un’economia realmente circolare ed efficiente, superando l’attuale modello lineare, che vede seguire alla produzione dei beni il loro smaltimento e abbandono. È questo l’input lanciato dal CONOU – Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, in occasione di “Path to a just transition: innovation and international cooperation. Insieme per una transizione energetica ordinata”, V Forum della Sostenibilità, il think tank internazionale a cura di Fortune Italia, che intende stimolare il dibattito sui più attuali temi dell’ambiente e dell’economia tra istituzioni, imprese e associazioni alla luce del percorso di transizione ecologica mondiale.
“Serve uno scatto culturale, che ci faccia guardare direttamente alla circolarità in un’ottica libera da dubbi e incertezze che ne minano la crescita. Il nuovo Circularity Gap Report 2023 sottolinea, addirittura, un passo indietro in termini di riciclo dei materiali prodotti a livello mondiale, segnando un calo dal 9 al 7% negli ultimi anni. Una tendenza allarmante che possiamo e dobbiamo invertire. Lo dimostra l’esperienza del CONOU che – con il supporto di tutta la filiera – ha saputo chiudere perfettamente il ciclo di vita degli oli lubrificanti usati, garantendo al rifiuto una raccolta e una rigenerazione pressoché totali, a vantaggio di ambiente ed economia. La battaglia del clima si può ancora vincere, ma dobbiamo concentrarci su ciò che conta, ovvero sostenere i benefici dell’economia circolare promuovendo buone pratiche capaci di integrare innovazione tecnologica, attenzione spasmodica alla Qualità nei suoi vari aspetti e approccio etico allo sviluppo” ha commentato il Presidente CONOU Riccardo Piunti.
Nell’edizione 2023 del Forum della Sostenibilità, in programma il 2 e 3 febbraio presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, all’interno di un dibattito che interessa tanti temi – dalla mobilità all’agricoltura, dalla salute alla finanza fino al mondo dell’informazione e dei media – il CONOU ha voluto portare la testimonianza di un’esperienza di filiera ormai storica, che garantisce all’Italia da quasi quarant’anni la corretta raccolta e gestione di un rifiuto pericoloso come l’olio minerale usato, trasformandolo in una preziosa risorsa: dal 1984 ad oggi sono stati raccolti 6,5 milioni di tonnellate di olio usato, di cui 5,7 milioni sono quelli che sono stati avviati a rigenerazione, consentendo così la produzione di 3,3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 3 miliardi di euro. Un risultato, quello del recupero pressoché totale del rifiuto, che fa del modello di filiera del Consorzio un’eccellenza riconosciuta a livello europeo.
Anche se ogni filiera ha le sue specificità, il modello italiano dei Consorzi e, in particolare, quello dell’olio minerale dimostrano la possibilità reale che, attraverso un sistema coordinato ed indirizzato a un obiettivo chiaro, il rifiuto residuale si possa ridurre a una quota sempre più prossima allo zero.