Recuperare e difendere la vera agricoltura, quella basata sul rispetto della natura e della biodiversità e fondata sul riciclo; curare la terra per salvare il Pianeta dalla crisi climatica; fermare la speculazione e, più in generale, “la guerra al suolo e ai suoi agricoltori”. È questo il messaggio lanciato da Vandana Shiva, in occasione della 25a edizione del Festival CinemAmbiente di Torino.
Parole nette, a tratti anche dure, ma sempre accompagnate da un solido ottimismo per il futuro quelle pronunciate dalla filosofa e attivista indiana giunta nel capoluogo piemontese per ritirare il Premio “Dalla Terra alla Terra” conferito da BIOREPACK (Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile). Il riconoscimento nasce con l’obiettivo di sostenere quanti, nel mondo, hanno dedicato la loro vita e il loro lavoro per individuare e promuovere le strategie per la cura e rinascita della Terra.
“Vandana Shiva rientra nel pantheon personalità mondiali attive nel sostegno alla tutela del settore agricolo e del suolo così come della biodiversità e della salute”, ha dichiarato Carmine Pagnozzi, direttore tecnico di BIOREPACK. “Da oltre quarant’anni il suo impegno si concentra sul sostegno a un modello di sviluppo che suggerisce innovazioni nei comportamenti collettivi e personali. Senza il suo esempio il mondo sarebbe più povero”.
Il contesto odierno, ricorda Pagnozzi, vede il Pianeta costretto a fare i conti con il crescente uso della plastica tradizionale in agricoltura. Un problema certificato dai numeri diffusi dalla FAO (12,5 milioni di tonnellate l’ammontare dei prodotti in plastica utilizzate dalle filiere agricole, 37,3 milioni di tonnellate il peso degli imballaggi dall’industria alimentare) al quale il Consorzio risponde promuovendo l’utilizzo di materiale compostabile e biodegradabile. “Gli imballaggi in bioplastiche compostabili rispondono alla necessità di garantire un flusso coerente di rifiuti organici che non generi problemi all’interno degli impianti di compostaggio”, spiega. “Utilizzando questo genere di manufatti all’interno della frazione organica possiamo evitare di creare nuovi scarti dando al tempo stesso nuova vita al materiale producendo compost di qualità e riportando fertilità ai suoli”.
Il premio assegnato da BIOREPACK giunge anche in concomitanza con il 40esimo anniversario della fondazione della Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy, istituita da Vandana Shiva con l’obiettivo di diffondere i concetti fondamentali per lo sviluppo dei metodi sostenibili nella gestione delle risorse naturali nel mondo. Nel corso degli anni, l’impegno dell’attivista si è sempre caratterizzato per la costante promozione di un modello di sviluppo economico capace di garantire la sicurezza alimentare tutelando la salute e la biodiversità.
Princìpi fondamentali, questi ultimi, che sono oggi alla base del percorso verso la transizione ecologica e la bioeconomia circolare di cui l’agricoltura “sostenibile” rappresenta il principale pilastro.
“Per essere definita sostenibile l’agricoltura deve rispettare le leggi della natura che implicano a loro volta il rispetto di fattori come la biodiversità, il riciclo e l’economia circolare” spiega Shiva. “Quella intensiva? Non è vera agricoltura, bensì un sistema che riproduce vere e proprie tecniche di guerra”, aggiunge. “I pesticidi sono stati sviluppati originariamente sotto forma di gas velenosi utilizzati nei conflitti; i fertilizzanti sono stati sviluppati a partire dagli esplosivi. Questi strumenti costituiscono oggi un attacco alla terra e alla salute delle persone. Dobbiamo tornare a una produzione rispettosa della terra capace di garantire cibo di qualità a tutti”.
I modelli agricoli sostenibili, ricorda l’attivista, assumono poi un’importanza decisiva di fronte al cambiamento climatico. “Per combattere la crisi climatica occorre rigenerare il suolo. Esso è un essere vivente, biosfera e atmosfera sono collegate” sottolinea Shiva. “Guarire la terra nella sua totalità ci permetterà di combattere la crisi climatica”.
Non manca, infine, una riflessione sulla crisi alimentare. Un fenomeno favorito dall’inflazione globale, dalla speculazione sul mercato delle materie prime e dalle conseguenze della guerra in Ucraina. Ma non solo. “L’attuale insicurezza alimentare è stata causata dall’introduzione forzata dell’agricoltura intensiva e delle regole del libero commercio fissate dal WTO con l’avvio della globalizzazione”, spiega. “Tutto questo ha aperto la strada alla speculazione sulle materie prime da parte degli operatori finanziari. Oggi la guerra in Ucraina rende il settore alimentare un comparto su cui speculare. Ma il cibo, non dobbiamo dimenticarlo, non è una commodity. Il cibo ci costruisce, il cibo siamo noi. Per questo dobbiamo smettere di combattere guerre contro il suolo e i suoi lavoratori e i nostri corpi. Insomma, dobbiamo sviluppare un’agricoltura della pace”. La fiducia, in ogni caso, non manca. “Come vedo il futuro del mondo? Guardo le piante che crescono e i fiori che si aprono. Credo nei semi della natura e nella condivisione e tutto questo mi dà ottimismo”.