Ciclabilità e nuove norme Codice della strada: nessun effetto retroattivo

Il chiarimento arriva dal Comitato Mobilita2030 di Bari, che in vista dell'entrata in vigore, a partire dal prossimo 14 dicembre, delle nuove norme del Codice della Strada che hanno interessato anche la mobilità ciclistica, ed avendo registrato anche da parte di autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, dubbi, perplessità e un pò di confusione, fornisce alcune informazioni utili sull'applicazione della normativa. Eccole

“In vista dell’entrata in vigore, a partire dal prossimo 14 dicembre, delle nuove norme del Codice della Strada che hanno interessato anche la mobilità ciclistica, ed avendo registrato anche da parte di autorevoli rappresentanti delle Istituzioni, dubbi, perplessità e un pò di confusione, sembra opportuno offrire il proprio contributo in merito”. Così il Comitato Mobilita2030 di Bari, che in una nota fornisce alcuni chiarimenti utili sull’introduzione della nuova normativa. Eccoli.

“Innanzitutto le modifiche introdotte non hanno effetto retroattivo, quindi non è necessario, come è apparso voglia fare il Comune di Bari, avviare un monitoraggio per capire se le piste ciclabili realizzate in passato siano compatibili o meno con il nuovo Codice della Strada. Quelle realizzate in passato devono rimanere così come sono, a tutela dei ciclisti. Magari devono essere migliorate ma non azzerate e la polizia locale deve intervenire e sanzionare la sosta selvaggia sulle corsie ciclabili come quelle del lungomare. 

Inoltre non ci sono oggi “piste ciclabili light” vietate dal Codice della Strada. Premesso che non è mai esistita una definizione tecnico-giuridica di questo tipo, di sicuro il Codice della Strada ha modificato la definizione di “corsia ciclabile”, così come inserita con la legge di riconversione del Decreto Semplificazioni nel Codice della Strada (all’art. 3 comma 1 numero 12-bis), che la descriveva come: “parte longitudinale della carreggiata, posta di norma a destra, delimitata mediante una striscia bianca, continua o discontinua, destinata alla circolazione sulle strade dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede. Ora è diventata: “parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, idonea a favorire la circolazione dei velocipedi sulle strade, anche in modo promiscuo con la circolazione degli altri veicoli nello stesso senso di marcia, nei soli casi in cui non sia possibile l’inserimento di una pista ciclabile”.  Ciò vuol dire che la norma è stata depotenziate e resa inefficace, perchè l’uso della corsia è promiscuo, per bici e auto senza alcuna priorità o tutela dei ciclisti, anche per l’eliminazione della segnaletica orizzontale (la biciclettina stampata per terra), che prima c’era e adesso non c’è più. La segnaletica verticale invece, non prevista prima per la corsia ciclabile, rimane assente anche ora. Pertanto oggi questa norma risulta del tutto inutile per favorire gli spostamenti in bicicletta.

Infine: la tipologia di piste ciclabili di Corso Vittorio Emanuele a Bari o a Poggiofranco, non è stata oggetto di modifica da parte del Codice della Strada. Si tratta comunque di una soluzione borderline adottata dal Comune in quanto ente proprietario della strada. Piuttosto va aumentata la larghezza della doppia linea tra ciclabile e auto posteggiate per evitare le sportellate in faccia del ciclista.

Ciò che il Codice della Strada non ha modificato e che rimane una risorsa per i Comuni, ma che richiede collaborazione e rispetto da parte degli automobilisti, è la “pista ciclabile su corsia riservata, ricavata dalla carreggiata stradale, ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma in destra rispetto a quest’ultima corsia” qualora l’elemento di separazione sia costituito essenzialmente da striscia di delimitazione longitudinale o da delimitatori di corsia”. In definitiva si tratta della corsia per le bici, simile a quella dei bus, delimitato da linea continua bianca e gialla, invalicabile dalle auto, introdotta come norma tecnica all’interno del decreto n. 577/99.  Ma se le auto ci passano sopra o parcheggiano e i vigili non fanno le multe rimane tutto inutile”.