Con una raccolta differenziata dell’organico efficiente in tutto il paese – il cui obbligo ricordiamo è subentrato il 1° gennaio 2022 – l’Italia potrebbe arrivare a produrre 1 miliardo di metri cubi all’anno di biometano, attraverso processi di compostaggio anaerobico. A questo si potrebbero poi aggiungere ulteriori 4 o 5 miliardi di metri cubi di gas derivanti dalle biomasse agricole. Contando che il paese viaggia su un consumo di circa 70 miliardi di metri cubi di metano all’anno, l’apporto dell’industria del compost al fabbisogno energetico nazionale sarebbe decisamente rilevante. I numeri sono stati sottolineati da Massimo Centemero, direttore del Consorzio italiano compostatori, nel corso del sesto convegno organizzato dal Cic il 5 dicembre 2022 in occasione della Giornata mondiale del Suolo.
Il Consorzio Italiano Compostatori, quest’anno celebra i suoi 30 anni di attività ribadendo il motto “Dalla terra alla Terra”, dove la “t” minuscola indica il terreno a cui il compost restituisce vitalità grazie al riciclo di materia organica prodotta dai terreni stessi, e la “T” maiuscola indica invece il nostro pianeta, e quindi la necessità della sua salvaguardia dal punto di vista ambientale per mezzo dell’economia circolare.
Attualmente in Italia si trattano più di 8 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, la maggior parte dei quali derivanti dalle raccolte differenziate domestiche. Dal 2017, anno in cui il primo impianto associato al CIC ha immesso in rete i primi metri cubi di biometano, la situazione si è rapidamente evoluta: dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, nel 2020 sono state ricavati 370 milioni di metri cubi di biogas. Con i nuovi 52 impianti previsti nel paese, tra impianti in revamping e strutture nuove, molte finanziate con i fondi del Pnrr, la produzione è destinata a salire sensibilmente. Come sottolinea da tempo il Consorzio, relativamente al fabbisogno impiantistico e al miglioramento della capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, è fondamentale allineare i principi del PNGR, che intende fornire uno strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione e gestione dei rifiuti, con le azioni previste dal PNRR per il finanziamento di progetti relativi all’impiantistica e quelle già in corso dell’Arera, con l’applicazione della regolazione degli impianti di trattamento.
Intanto un passo importante è stata la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 26 ottobre scorso del nuovo Decreto biometano, per la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione degli impianti di biogas agricolo. Dal 2017, anno in cui il primo impianto associato al CIC ha immesso i primi metri cubi di biometano in rete, la situazione si è rapidamente evoluta: dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica, nel 2020 sono stati ricavati 370 milioni di metri cubi di biogas.