Cibo e clima, la trasformazione dei sistemi alimentari può ridurre del 20% le emissioni globali

Il nuovo report di WWF, Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), EAT e Climate Focus individua 16 modi in cui i decisori politici possono agire dal campo alla tavola per attuare strategie sul cibo che contribuiscano alla lotta al cambiamento climatico

I responsabili politici possono migliorare le possibilità di raggiungere gli obiettivi climatici e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C assumendo impegni specifici volti alla trasformazione dei sistemi alimentari nazionali. Enhancing Nationally Determined Contributions (NDCs) for Food Systems è il nuovo report pubblicato oggi dal WWF, dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), dall’EAT e da Climate Focus, e rileva come i Paesi stiano perdendo importanti opportunità per ridurre le emissioni di gas serra, identificando 16 strategie attraverso le quali i governi potrebbero agire di più con un approccio “dal campo alla tavola”. Ad oggi, l’alimentazione e le diete, le perdite e gli sprechi di cibo sono fattori ampiamente ignorati, ma se i politici li inserissero tra i target settoriali all’interno dei piani nazionali per il Clima, potrebbero ridurre fino al 25% le emissioni globali. In base all’Accordo di Parigi del 2015, i Paesi sono tenuti a rivedere o ripresentare i loro NDC (dall’inglese nationally determined contributions contributi determinati a livello nazionale) ogni cinque anni. Quest’anno, quindi, i responsabili politici hanno l’opportunità di adottare soluzioni per trasformare i sistemi alimentari e di fissare obiettivi e misure più ambiziose per ridurre le emissioni di gas serra e quindi migliorare la biodiversità, la sicurezza alimentare e la salute pubblica.

I sistemi alimentari – che includono tutte le fasi e le attività che riguardano la produzione, la lavorazione, la distribuzione, la preparazione e il consumo di cibo – sono responsabili fino al 37% di tutte le emissioni di gas serra. Proseguendo con una modalità business-as- usual, non sarebbe possibile rientrare nella quantità di carbonio che possiamo emettere per rimanere entro gli 1,5°C.

Nonostante l’89% degli NDC menzioni la produzione agricola, gli obiettivi di riduzione delle emissioni agricole sono inclusi principalmente in obiettivi più ampi di utilizzo del territorio. Più in particolare, altre azioni sul sistema alimentare, come la riduzione delle perdite e degli sprechi di cibo, o l’adozione di diete più sostenibili, sono ampiamente ignorate, pur rappresentando  l’opportunità combinata di ridurre le emissioni di ben 12,5 Gt CO2e, che sarebbe come eliminare 2,7 miliardi di auto dalle strade!

“Per trasformare i sistemi alimentari e raggiungere un futuro a 1,5°C sono necessari impegni ambiziosi, scadenzati nel tempo e misurabili. Non riuscirci significherebbe ignorare uno dei principali motori della crisi climatica attuale. Senza una trasformazione radicale su come produciamo e consumiamo il cibo, non potremo raggiungere i nostri obiettivi climatici o di conservazione della biodiversità, che sono la base per ottenere una sicurezza alimentare, prevenire l’insorgere di malattie e, in ultima analisi, raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Ecco perché esortiamo i Governi a includere una strategia per avere sistemi alimentari rispettosi e positivi per il clima e per la natura nei nuovi e più ambiziosi NDC presentati quest’anno”, ha dichiarato Marco Lambertini, Direttore Generale WWF-International.

“La pandemia ha messo a nudo la fragilità dei nostri sistemi alimentari, dalle complesse filieredi approvvigionamento agli impatti sui nostri ecosistemi. Ma ha anche dimostrato che le imprese e le persone sono pronte a ricostruirli migliorandoli. Questa crisi ci offre la possibilità di ripensare radicalmente il modo in cui produciamo e consumiamo cibo”. Ad esempio, modificare i propri consumi dimezzando gli sprechi alimentari e adottando regimi alimentari  più ricchi di vegetali sono potenti strumenti di mitigazione degli impatti sul clima che possono essere intrapresi. Sta a noi cogliere questa opportunità e mettere la sostenibilità dei sistemi alimentari al centro di una ripresa green”, ha dichiarato Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP.

Le 16 azioni identificate nel report includono la riduzione del cambiamento d’uso del suolo e della conversione degli habitat naturali, che potrebbero ridurre le emissioni di 4,6 Gt CO2e all’anno.  Analogamente, la riduzione delle perdite e degli sprechi cibo, che rappresentano l’8% di tutte le emissioni di gas serra, potrebbero ridurre le emissioni di 4,5 Gt CO2e all’anno. Eppure solo 11 Paesi attualmente menzionano la prevenzione delle perdite di cibo (food loss) nei propri piani nazionali ma nessuno prende in considerazione gli sprechi (food waste). Migliorando i metodi di produzione e riducendo le emissioni di metano provocate dagli allevamenti di bestiame si potrebbero ridurre le emissioni fino a 1,44 Gt di CO2e all’anno, ma riduzioni molto maggiori potrebbero essere ottenute adottando diete più sane e sostenibili. Consumando più alimenti di origine vegetale e riducendo drasticamente replica watches quelli animali  si potrebbero evitare emissioni fino a 8 Gt di CO2e all’anno. Nessun piano nazionale per il clima attualmente in vigore, però, parla esplicitamente di diete e regimi alimentari più sostenibili.

Il report rileva che i Paesi sviluppati hanno meno probabilità dei Paesi in via di sviluppo di fornire azioni di mitigazione specifiche per l’agricoltura nei loro attuali piani climatici, anche se in termini assoluti, il numero di azioni specifiche per la riduzione delle emissioni nel sistema alimentare dei Paesi in via di sviluppo è basso. Fino ad agosto 2020 sono stati presentati 15 aggiornamenti e revisioni di NDC e, sebbene alcuni di questi riguardino l’agricoltura, le azioni sono ancora insufficienti. Dalle prime indicazioni sembra che il consumo sostenibile di cibo, le perdite e gli sprechi alimentari continuino ad essere ignorati e non inclusi nel processo di revisione. Nessuno degli aggiornamenti e delle revisioni presentate li menziona nei contributi di mitigazione o nelle loro politiche e strategie.

“I sistemi alimentari sono un’opportunità di mitigazione del riscaldamento globale trascurata quando invece è difficile individuare un’opportunità di riduzione delle emissioni simile e con così tanti benefici per lo sviluppo sostenibile. Eliminare il consumo eccessivo di carne, migliorare le strutture di stoccaggio e ridurre gli sprechi alimentari fa bene alla nostra salute e migliora la sicurezza alimentare. Con una lista di indicazioni ed esempi concreti di attività e obiettivi, questo nuovo report fornisce ai responsabili politici una guida per integrare i sistemi alimentari nelle loro strategie nazionali sul Clima”, ha detto Charlotte Streck, co-fondatrice e direttrice di Climate Focus.

“Trasformare il sistema alimentare attuale non è solo un prerequisito per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030, ma è importante quanto la trasformazione energetica per realizzare l’Accordo di Parigi sul Clima. Il passaggio a una produzione agricola sostenibile, che assorba il carbonio, e l’adozione di diete sane e  prevalentemente a base vegetale, che siano convenienti e accessibili, così come il dimezzamento degli sprechi e delle perdite di cibo, sono azioni cruciali che devono essere incluse nei NDC dei Paesi e integrate nei loro piani d’azione per il clima con progetti chiari e ambiziosi. Mentre entriamo nel decennio dell’azione, facciamo in modo che questo sia il decennio verso un futuro alimentare sano, sostenibile ed equo per tutti”, ha detto la dott.ssa Gunhild Stordalen, Fondatrice e Presidente Esecutivo di EAT.

Oltre ad aumentare l’ambizione nei propri NDC, i Paesi hanno una serie di opportunità aggiuntive per ridurre le emissioni e preservare la natura attraverso la trasformazione dei sistemi alimentari. Nel 2021, in occasione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Diversità Biologica (COP 15), i leader mondiali potranno concordare un New Deal for Nature and People, per arrestare e invertire la perdita di biodiversità. Inoltre, il primo Vertice dei sistemi alimentari dell’ONU si terrà nel 2021; e come ha osservato il Segretario Generale dell’ONU António Guterres al momento del lancio del Vertice: “la trasformazione dei sistemi alimentari è cruciale per il raggiungimento di tutti gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile”.

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