“Qualcosa di ambientalista” che hai fatto o sostenuto finora nella tua attività sociale o politica
Ogni anno nel mondo si producono 300 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica. La plastica è il terzo materiale prodotto dall’uomo più diffuso sulla terra. Nelle dieci regole per vivere in modo sostenibile non manca mai, per questo motivo, la riduzione dell’utilizzo della plastica monouso (bottigliette, per esempio…). Nel 2019 ho, quindi, proposto, come consigliera comunale, di dotare di bottiglie in materiale eco-compatibile tutti gli alunni e tutte le alunne delle Scuole primarie torinesi.
“Qualcosa di ambientalista” che più ti preme nel programma comunale dei prossimi anni
Gli scienziati da tempo ci stanno mettendo in guardia su due emergenze parallele: la crisi climatica e la crescente disuguaglianza. Su entrambe le responsabilità dei comportamenti umani è evidente.
Torino è tra le città più inquinate d’Europa e quella con la qualità dell’aria peggiore in Italia, anche se negli ultimi anni abbiamo assistito a un miglioramento dei valori. La Torino del futuro è una città che dà ampio spazio alla trasformazione della mobilità cittadina, puntando sulla valorizzazione del ferro (tram, metro e treno) e sul disincentivo forte della mobilità privata non necessaria: la maggior parte degli spostamenti in città è di lunghezza inferiore ai 3 km, quindi percorribile a piedi, in bici o con mezzi alternativi. Il rapporto abitanti/auto circolanti è circa il doppio delle altre città europee. Questo numero va dimezzato rapidamente, entro 10 anni al massimo.
Mutuiamo il modello delle auto di comunità (o di condominio, di isolato, di quartiere) che avrebbero un impatto non solo su ambiente e portafoglio, ma anche sulla socialità e sulla promozione della cultura della condivisione. È importante che Torino partecipi al network di città che si impegnano a diventare carbon-neutral al 2035 massimo, una grande opportunità anche industriale e economica, visto che è stimato che la transizione ecologica possa generare molti più posti di lavoro di quelli che riduce. Pensiamo a un programma di edilizia pubblica che promuova case e scuole in classe A per tutti, a cominciare dai ceti più deboli. Immaginiamo interventi di riqualificazione urbana per piantare alberi, realizzare corpi d’acqua nei quartieri popolari, creare aree di sosta “green” con una pavimentazione che permetta la permeabilità del suolo, riducendo il surriscaldamento estivo senza pesare sui consumi energetici.
Il Comune di Torino, inteso come “struttura” comunale nel suo complesso (fatta di uffici, di strumentazioni di varia natura, di strutture immobiliari – centrali e periferiche – di mezzi di trasporto e ovviamente di persone) deve dare il buon esempio e trasformarsi in una realtà “sostenibile” che definisce obiettivi di riduzione dei consumi, di utilizzo di energie esclusivamente da fonti rinnovabili, di riciclo, di acquisti esclusivamente green (da aziende che sono in grado di dimostrare la loro proattività) e che si dota per questo di una certificazione ambientale (es. EMAS) per dimostrare politiche, impegni e risultati. Deve essere soggetto promotore esclusivamente di iniziative di sviluppo che siano coerenti con logiche di sostenibilità. Deve per questo investire nel formare dirigenti ed operatori ai vari livelli che siano in grado di considerare oltre alla valutazione di coerenza politica ed amministrativa una valutazione sociale ed ambientale nella definizione di ogni scelta (strategica o operativa).
“Qualcosa di ambientalista” nella tua vita quotidiana privata
Nella mia via privata uso per l’igiene della casa e del corpo e per lavare vestiti e/o altri materiali prodotti sfusi e col vuoto a rendere. Seleziono prodotti naturali, cercando di incidere il meno possibile sull’ambiente in queste operazioni quotidiane. Insegno a mio figlio come fare la raccolta differenziata – a 3 anni è già bravissimo e si arrabbia molto quando vede cartacce buttate a terra! – e a chiudere il rubinetto quando non è necessario.