Le elezioni comunali sono importanti anzi molto importanti per le questioni dell’ambiente urbano e ormai la transizione ecologica è considerata, almeno a parole, un dovere. Ma al tempo stesso la sfida elettorale nelle quattro più grandi città italiane che stanno andando al voto, è stata cauta. Tra il dire e il fare della transizione ecologica c’è di mezzo il mare.. del consenso. E il consenso è contradditorio.
Cittadino elettore, vuoi tu una città più ecologica? Siii. Cittadino elettore, vuoi tu rinunciare a spostarti in automobile? Beh, se mi vieni a prendere in taxi, rinuncio all’auto.. altrimenti bisogna vedere. La città ciclabile? Sì, ma non se le piste ciclabili mi tolgono un po’ di posti auto. Cittadino elettore, vuoi meno cemento? Probabilmente sì, ma se questo significa rinunciare alle (vere o presunte) opportunità economiche no.
Il tema dei rifiuti ha tenuto banco solo a Roma dove la crisi è in qualche modo aperta. Per il resto economia circolare, fonti rinnovabili, risparmio energetico sono rimasti sullo sfondo. Friday for Future, ma negli altri sei giorni della settimana – se vogliamo dirlo in inglese – il rischio è che ci sia solo un po’ di “green washing” del ” business as usual”. Intorpidita dal Covid e dall’invecchiamento, la popolazione elettorale difficilmente darà nelle urne spinte significative alla transizione ecologica. La quale verrà se, come probabile, nei prossimi mesi e anni le spinte dall’alto e dal basso condizioneranno le politiche comunali. Ma anche le elezioni incideranno.
Un piccolo contributo abbiamo cercato di darlo aprendo lo spazio di pubblicità elettorale degli ecocandidati. Sono candidati che hanno scelto di fare queste inserzioni, con un piccolo contributo economico a Eco dalle Città. Non significa che siano i nostri candidati ufficiali, nè che solo loro abbiano buone intenzioni sull’ ambiente. Li ringraziamo e speriamo che i lettori abbiano capito il senso della iniziativa. Buon ecovoto.