In Italia sono sempre di più le case editrici che stanno lavorando in maniera più sostenibile di un tempo, optando per la produzione di libri tramite carta certificata o riciclata. Stando alle ultime stime, nel nostro paese il 22% della carta riciclata viene destinata all’editoria, grafica e cartoleria. Questo permette di non abbattere tra i 7 e i 17 alberi a tonnellata di carta, 24 se si parla di carta certificata.
In occasione della Paper Week, la settimana che ogni anno Comieco dedica al riciclo di carta e cartone, abbiamo fatto due chiacchiere con Mimesis, casa editrice milanese fondata nel 1987 da Pierre Dalle Vigne, negli anni ruggenti in cui fioriscono tanti nuovi editori indipendenti, grazie anche alle prime grandi trasformazioni dei computer e la possibilità di sperimentare senza grossi capitali a disposizione. L’interesse di Mimesis è rivolto soprattutto alla filosofia, alla ricerca che nasce nelle università ma per diventare critica sociale e in presa diretta con i tempi. Nel 2006 Luca Taddio affianca Pierre Dalla Vigna nella direzione editoriale e nella nuova compagine sociale.
Come si è evoluto da lì in poi il vostro lavoro?
Pur mantenendo la sua attitudine filosofica, Mimesis ha ampliato i confini dei propri interessi alle scienze umane e alla letteratura. Lo stretto rapporto con il mondo universitario e la costante esplorazione di nuovi ambiti d’indagine hanno garantito alla casa editrice un catalogo sempre più vasto: 4.000 titoli, una programmazione di 300 novità all’anno organizzate in 140 collane, e sottoposte alla valutazione dei direttori e dei comitati scientifici, con oltre 6000 docenti coinvolti nei diversi comitati e una trentina di riviste.
Quanti libri stampate ogni anno?
Stampiamo circa 300 libri, con tirature medie dalle 500 alle 800 copie. La stampa è gestita da diversi nostri fornitori esterni. Attualmente: quattro società di stampa sono italiane (Marche, Lombardia, Piemonte, Lazio). Per alcune tipologie di libri (libri per l’infanzia, cataloghi) ci rivolgiamo a degli stampatori della Serbia.
Com’è organizzata la distribuzione?
Rispetto alla tiratura effettuata: il 50% va in distribuzione, di questo 50% il 35% è a sua volta mandato nelle librerie (a sua volta, 40% è online, resto librerie fisiche), il resto rimane disponibile al distributore per i rifornimenti. L’altro 50% finisce in un nostro magazzino per le copie di spettanza, le copie di promozione, gli ordini del nostro sito, le vendite dirette nostre .
E lo stoccaggio?
Abbiamo due magazzini esterni. Un magazzino, più di prossimità, fa questo servizio anche per altri editori e effettua gran parte delle spedizioni necessarie ai nostri movimenti. Poi c’è un magazzino che è presso il nostro distributore (Messaggerie). Per il tipo di editore che siamo, non abbiamo libri che soffrono di particolare “scadenza”, quindi cerchiamo di tenere in piccolissime quantità quasi tutti i titoli del nostro catalogo.
Qul è invece il destino delle copie invendute?
Il nostro obiettivo ideale è non arrivare al macero. Il fatto di avere una coda lunga (un ampio catalogo che vende costantemente), il fatto di fare microtirature per le ristampe, grazie alla stampa digitale, e la rivendita sul secondo mercato di titoli in grossa giacenza, fa sì che non abbiamo un grosso bisogno di “sbarazzarci” delle copie. C’è capitato di fare qualche macero sistematico su sollecito del distributore, ma non sarà capitato più di due o tre volte.