Non si fermano le adesioni all’iniziativa simbolica di giovedì 10 febbraio che vedrà spegnere le luci di edifici e monumenti simbolo di Comuni e città italiane contro il caro bollette. “Le risposte dal governo alle nostre richieste non sono sufficienti – dice il presidente dell’Anci Antonio Decaro – Evidentemente non si percepisce il rischio che questa crisi si ripercuota negativamente sui bilanci degli enti locali e di conseguenza, soprattutto, sulla possibilità di erogare con continuità i servizi pubblici ai cittadini. Per questo motivo questa sera, alle ore 20, molti Comuni del Paese spegneranno simbolicamente l’illuminazione di un edificio rappresentativo o di un luogo significativo per la comunità”.
Nella Capitale il sindaco Roberto Gualtieri alle 20 spegnerà le luci del Campidoglio, sede del Comune di Roma. “Si tratta – dice in una nota – di una iniziativa che ci trova pienamente d’accordo: l’aumento delle bollette grava e mette in seria difficoltà famiglie e Istituzioni, dal piccolo al grande Comune, soprattutto in questo momento storico che ci vede già in difficoltà a causa della pandemia. E´ un problema che va affrontato e sono certo che il Governo ascolterà il grido di allarme dei cittadini e dei Sindaci”.
“Milano, città dalle mille luci, stasera dalle 20:00 alle 21:00 si spegnerà attraverso due dei luoghi più rappresentativi, Palazzo Marino e il Castello Sforzesco. Lo facciamo per aderire all’iniziativa di contro l’aumento dei costi dell’energia”. Questo il tweet con cui Beppe Sala annuncia l’adesione di Milano. Stessa ora e stessa modalità per la sede municipale e simbolo di Firenze, Palazzo Vecchio. Ad annunciarlo a SkyTg24 è lo stesso sindaco Dario Nardella: “Per il Comune di Firenze stiamo stimando un ammanco superiore a 10 milioni di euro, tutti soldi che se vengono a mancare rischiano di costringere il comune a tagliare i servizi. Per questo come Anci abbiamo lanciato questa manifestazione eclatante di spengere le luci su un importante monumento di ogni città”.
Si associa alla protesta simbolica anche il sindaco di Pisa, Michele Conti, che lascerà al buio Palazzo Gambacorti e Logge di Banchi. “Ci associamo – spiega Conti – per lanciare un messaggio simbolico che deve arrivare al Governo affinché, rapidamente, trovi delle soluzioni concrete per evitare che gli aumenti danneggino la ripresa economica e dei consumi nel nostro Paese”.
Anche il simbolo di Torino, la Mole Antonelliana, sarà al buio per un’ora. A confermarlo il sindaco Stefano Lo Russo che auspica “un intervento deciso e tempestivo del Governo a sostegno dei cittadini e dei Comuni italiani. Il caro energia – aggiunge Lo Russo – rischia di creare problemi nei bilanci comunali, con serie conseguenze sull’erogazione dei servizi offerti ai cittadini. Non possiamo permetterci di vanificare i grandi sforzi che si stanno compiendo per il rilancio dell’economia, il Governo intervenga.
E a Bologna stop all’illuminazione sul monumento a Nettuno e nel Palazzo Re Enzo. Sulle pagine di Repubblica il sindaco Matteo Lepore ricorda la stima di ammanco complessiva per i Comuni calcolata dall’Anci (550 milioni di euro) “che per un Comune come Bologna vuol dire un buco da 15 milioni. Noi potremo affrontarlo”, chiarisce Lepore, ma “molti Comuni medio-piccoli rischiano di saltare”. “Non chiediamo extra deficit – precisa Lepore -, ma che vengano pensate delle misure sia economiche, sia di riduzione delle bollette, mettendo mano alle politiche energetiche e di approvvigionamento”. “Noi ci consideriamo i migliori alleati del governo – aggiunge il sindaco di Bologna che ricorda come “Il rincaro dell’energia non è colpa della transizione ecologica ma delle tensioni internazionali e dall’inflazione nata dalla pandemia”.
Anche il capoluogo del Molise, Campobasso, aderisce all’iniziativa. Le luci di Palazzo San Giorgio, sede del Municipio, verranno spente stasera. “Le amministrazioni locali – evidenzia il sindaco, Roberto Gravina – hanno lanciato più di un segnale e un messaggio al Governo, anche attraverso le parole del presidente dell’Anci Antonio Decaro, e questa manifestazione simbolica che vede insieme grandi e piccoli Comuni uniti per raggiungere uno stesso scopo, è voluta esclusivamente per porre in risalto il pericolo che le amministrazioni corrono, senza misure governative adeguate, di dover far fronte a queste spese con un taglio dei servizi da erogare. I Comuni – conclude – non possono permettere che ciò accada, soprattutto in questo momento in cui deve essere più forte la vicinanza e il sostegno dell’amministrazione ai cittadini e alle loro necessità fortemente condizionate dalla lunga situazione pandemica”.
A Reggio Calabria a spegnersi saranno le luci di Palazzo Alvaro e Palazzo San Giorgio, sedi istituzionali della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria mentre a Lecce saranno spenti i quattro pastorali dell’Ovale di Sant’Oronzo e l’illuminazione del Sedile. “Secondo le prime stime – spiega il sindaco Carlo Salvemini – la bolletta del nostro Comune rispetto allo scorso anno lieviterà di oltre 500mila euro. Una somma che per un ente in strutturali difficolta’ economico-finanziarie come il nostro – che condivide questo stato con tantissimi altri Comuni, grandi e piccoli, in Italia – significa ulteriori rinunce”.
Tantissime adesioni anche dalla vicina Basilicata come conferma il presidente dell’Anci regionale Andrea Bernardo. “Da Nord a Sud – spiegato in una nota – è stato raccolto l’invito del presidente dell’Anci, Antonio Decaro. Una protesta simbolica contro il caro bollette, un modo per dire che il Governo deve fare di più per le famiglie, le imprese e gli enti locali. In particolare, per gli enti locali l’aumento del costo dell’energia si ripercuoterà negativamente sui bilanci comunali e conseguentemente sull’erogazione dei servizi alle comunità”.