Caldo estremo, stop al lavoro all’aperto in 14 Regioni italiane

A partire dal 5 agosto, il Piemonte è l'ultima regione ad adottare l'ordinanza anti-caldo per i lavoratori. Questa normativa prevede una pausa obbligatoria durante le ore centrali della giornata per alcune categorie professionali, in caso di allerta per temperature eccessivamente elevate. In particolare, l'ordinanza proibisce il lavoro all'aperto dalle 12:30 alle 16:00 nelle giornate in cui è dichiarato un stato di allerta per il caldo

Caldo stop lavoro

A partire dal 5 agosto, il Piemonte si unisce alle tredici Regioni italiane che hanno già imposto il divieto di svolgere lavori all’aperto durante le ore più calde della giornata. Questo provvedimento si applica ai settori agricolo e florovivaistico e dei cantieri edili e affini che svolgono attività classificabili come “fisica intensa” o altre equiparabili e si trovano in condizioni di prolungata esposizione diretta ai raggi solari in giornate particolarmente calde e dove non sia possibile introdurre misure di riduzione del rischio. La misura è stata adottata dai governatori delle seguenti Regioni: Emilia-Romagna (dal 29 luglio), Umbria, Toscana, Marche (dal 1° agosto), Lazio, Molise, Abruzzo, Basilicata, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Il divieto è stato introdotto con l’intento di minimizzare il rischio di incidenti sul lavoro, che quest’anno hanno raggiunto livelli preoccupanti. L’implementazione di tali provvedimenti si basa su una valutazione delle condizioni climatiche, consultabile attraverso il sito web www.worklimate.it, realizzato in collaborazione con l’Inail e il Cnr. Le ordinanze regionali resteranno in vigore fino al 31 agosto e si riferiscono specificamente alle attività che si svolgono all’aperto, come l’edilizia, l’agricoltura e il florovivaismo.

Secondo l’articolo 2087 del Codice Civile, i datori di lavoro sono obbligati a garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. In questo contesto, l’Inail ha fornito diverse indicazioni operative per gestire il rischio di esposizione al calore estremo. L’ultimo aggiornamento di queste linee guida risale al 13 luglio 2023. Tuttavia, la responsabilità per l’attuazione delle misure di protezione non ricade completamente sulle spalle degli imprenditori e delle aziende: il governo ha recentemente potenziato gli ammortizzatori sociali per sostenere i lavoratori in caso di caldo estremo, come indicato nelle istruzioni pubblicate dall’Inps il 26 luglio 2024.

Il governatore del Lazio, Francesco Rocca, è stato uno dei primi a firmare il provvedimento, applicandolo principalmente ai settori edilizio, agricolo e florovivaistico. Similmente, la Puglia, sotto la presidenza di Michele Emiliano, ha suddiviso l’intervento in due fasi, inizialmente limitando il divieto al settore agricolo e successivamente estendendolo all’edilizia e al florovivaismo il 10 luglio.

La Toscana ha emesso l’ordinanza l’11 luglio, con particolare riferimento ai lavori agricoli e florovivaistici, mentre in Molise, il provvedimento datato 16 giugno estende il divieto a tutte le attività all’aperto senza specifiche particolari. L’Abruzzo ha introdotto la sua ordinanza il 17 luglio, simile a quella del Molise ma senza limitazioni orarie, per tutelare i lavoratori da condizioni estreme di calore.

La Sicilia e la Sardegna hanno adottato misure analoghe, con la Sicilia che ha introdotto il divieto il 17 luglio e la Sardegna due giorni prima. In Emilia-Romagna, il divieto è entrato in vigore il 29 luglio e include anche operatori del settore edilizio e altri settori affini. Nelle Marche, la misura è attiva dal 1° agosto e non si applica a pubbliche amministrazioni e servizi pubblici in caso di interventi urgenti di pubblica utilità.

Infine, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, ha deciso di estendere il divieto dal 5 agosto anche ai settori affini all’edilizia, con particolare attenzione alle attività caratterizzate da un’intensa attività fisica.