Aiutare il pubblico a riscoprire l’emozione intensa che solo i più grandi spettacoli della Terra sanno suscitare, documentare il degrado causato sugli ecosistemi da uno sviluppo dissennato, stimolare l’impegno civile capace di diffondere le buone pratiche al servizio del Pianeta. Poche cose riescono a produrre tutto questo più dell’arte. E, fra tutte le arti, poche hanno il potere evocativo e coinvolgente del cinema. Ecco perché, anche quest’anno, BIOREPACK, consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile ha deciso di rinnovare la partnership con il Festival Cinemambiente di Torino, in programma dal 5 all’11 giugno prossimi e giunto alla 26esima edizione.
“Il cinema è un grande alleato per spingere tutti noi a ricordare che il nostro futuro dipende dalla salute della Terra.” spiega Marco Versari, presidente di BIOREPACK. “Per noi è importante sostenere un’iniziativa come il Festival Cinemambiente che svolge un ruolo fondamentale nella promozione di quei valori di protezione del capitale naturale cui noi stessi ci ispiriamo nel nostro lavoro quotidiano”.
Operativo dal 2020, BIOREPACK è il primo consorzio di filiera all’interno del sistema CONAI dedicato alla raccolta differenziata e al riciclo organico degli imballaggi in bioplastica compostabile insieme alla frazione organica dei rifiuti. Un approccio figlio della bioeconomia circolare ma anche un lavoro due volte importante: il cosiddetto “umido” rappresenta infatti il 40% di tutti i rifiuti prodotti quotidianamente nelle nostre case. Inoltre, recuperare gli scarti organici attraverso digestione anaerobica e compostaggio permette di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera. In questo modo, si diminuiscono i gas serra e, al tempo stesso, si riporta carbonio nel suolo, fattore di importanza strategica per l’equilibrio ecosistemico e per combattere fenomeni quali perdita di fertilità, desertificazione ed erosione.
In questo quadro gli imballaggi in bioplastica compostabile certificata sono uno strumento fondamentale per la valorizzazione del rifiuto umido: ne consentono infatti una raccolta efficiente ed igienica (attraverso i bioshopper, e i sacchi per frutta e verdura) mentre il loro impiego per uso alimentare (sotto forma di pellicole alimentari, stoviglie, retine, vassoi, capsule per bevande) permette di limitare la produzione di rifiuti indifferenziati perché questi manufatti possono essere direttamente riciclati con la frazione umida (senza dover separare contenuto e contenitore) anziché essere inviati ad incenerimento o, peggio, in discarica.