Abbiamo chiesto all’eurodeputata Simona Bonafè una dichiarazione sulla direttiva SUP che entrerà in vigore il prossimo 3 luglio e sul controverso recepimento della norma da parte dell’Italia. A questo proposito, alcuni organi di stampa italiana hanno parlato di un nuovo criterio di calcolo allo studio dell’Unione Europea, che terrebbe conto della quantità reale di plastica contenuta nei manufatti monouso costituiti da materiali diversi. Criterio su cui però non c’è alcun riscontro oggettivo.
Ecco la parole di Simona Bonafè:
“Dal prossimo 3 luglio entrerà in vigore la direttiva comunitaria che bandisce prodotti in plastica usa e getta in tutti i paesi membri della Ue. Un importante passo per la lotta all’inquinamento dei nostri mari e una spinta verso la transizione verso l’economia circolare.
Le linee guida adottate la scorsa settimana creano alcune divergenze interpretative non del tutto chiare nella Direttiva di base. Mi riferisco ad esempio ai bicchieri di carta con un coating in plastica o all’utilizzo della plastica biodegradabile dove l’Italia è leader mondiale.
Già durante la negoziazione avevamo voluto evidenziare come queste due tipologie di prodotti in determinati usi, ad esempio nei cosiddetti ‘close loop’, possano risultare maggiormente positive dal punto di vista ambientale rispetto alle alternative riutilizzabili. Questo perché in cicli chiusi ne può essere garantita la piena riciclabilità senza la dispersione in ambiente naturale.
Il governo sta seguendo attentamente il dossier e chiaramente si dovrà trovare un giusto equilibrio tra la tutela dell’ambiente e la piena occupazione. I bicchieri di carta sono soggetti a misure di riduzione che potrebbero essere stoppate finchè alternative maggiormente sostenibili non sono presenti in larga scala sul mercato.
Va ricordato poi che non si tratta di un ban per tutte le plastiche biodegradabili e compostabili ma solamente per i piatti e le stoviglie. Anche in questo caso si potrebbe valutare un phase out graduale e riguardante solo alcuni tipi di utilizzo”.