Bioplastica compostabile, rPET, decarbonizzazione e non solo. L’impegno di Acqua Sant’Anna per limitare l’impatto ambientale

Alberto Bertone (Presidente e AD Acqua Sant’Anna Spa): “La nostra missione oggi si è tradotta nel dare valore al materiale plastico, sensibilizzando al suo recupero e riutilizzo anche introducendo una cauzione”

La Torino Art Week si è appena conclusa e ha visto la città trasformarsi nel punto di riferimento nazionale dell’arte contemporanea italiana e non solo. Da Artissima fino a Diffusissima passando per il C2C la città è stata presa d’assalto e quest’anno sono state molte le aziende che hanno deciso di puntare sull’arte per farsi conoscere con modalità nuove a un pubblico eterogeneo ed estremamente esigente.

Davvero particolare è Acqua Sant’Anna Art Collection (ancora visitabile fino al 15 novembre presso il Copernico Coworking) che ha messo insieme grandi artisti come Silvano Pupella, Marco Lodola, Alessandro Ciffo e Ugo Nespolo per raccontare l’azienda attraverso l’arte, col risultato di creare una mostra unica nel cuore di Torino. Incuriositi sul perché uno dei marchi più importanti del settore delle acque minerali abbia deciso di abbracciare l’arte per promuovere i suoi brand, abbiamo intervistato Alberto Bertone (Presidente e AD Acqua Sant’Anna Spa) con lo scopo ultimo di farci raccontare qualcosa in più sui processi di trasformazione che l’azienda, forse la prima al mondo, ha e sta sviluppando per ridurre significativamente il suo impatto ambientale.

Cosa ha spinto Acqua Sant’Anna a partecipare a Diffusissima, un vero e proprio Fuori Salone della Torino Art Week? E quali sono le prossime mosse del processo di “culturalizzazione” dell’impresa?

L’autunno è il momento in cui Torino diventa capitale dell’arte italiana. Artissima, Paratissima, Diffusissima, sono tutte manifestazioni che portano l’arte contemporanea negli spazi cittadini, con l’obiettivo di raggiungere sempre più pubblico. Era quindi strategico per noi essere presenti in un momento così coinvolgente e dinamico. Il viaggio di Acqua Sant’Anna nel mondo dell’arte ha radici storiche, abbiamo sempre creduto nel linguaggio universale dell’arte e del valore aggiunto che questa può dare alle dinamiche industriali. È la “culturalizzazione” dell’impresa, ossia la contaminazione artistica nella strategia aziendale, che poi si traduce in uno strumento di welfare generale, migliorando l’ambiente e donando un respiro di maggiore bellezza alle risorse interne.

Creatività e arte diventano un asset fondamentale che costruisce legami forti a livello sociale, garantisce grande visibilità e crea un rapporto innovativo e virtuoso con dipendenti e consumatori. Il nostro viaggio è appena iniziato, tra qualche mese inaugureremo la facciata con l’opera di Ugo Nespolo e per il futuro ci saranno nuovi progetti.

Torniamo ai temi più cari del nostro notiziario. Sant’Anna rappresenta nell’immaginario collettivo il marchio che per primo ha scelto di limitare l’uso della plastica per l’imbottigliamento dell’acqua puntando sulla bioplastica compostabile. A che punto siamo con la sostituzione della plastica e quali sono i principali ostacoli che comporta questo processo di trasformazione del prodotto?

Siamo stati il primo brand al mondo a lanciare nel mass market una bottiglia di acqua minerale da 1,5 litri biodegradabile e compostabile. Abbiamo cercato una materia prima che fosse innovativa e che non lasciasse alcuna traccia nell’ambiente. Bio Bottle è la prima bottiglia realizzata con un particolare biopolimero che si ricava dalla naturale fermentazione degli zuccheri contenuti nelle piante; non contiene neanche una goccia di petrolio: è una rivoluzione epocale nel packaging! Dobbiamo però fare i conti con la difficoltà di recuperare la materia prima in quantitativi sufficienti per convertire l’intera produzione. Di conseguenza, la nostra missione oggi si è tradotta nel dare valore al materiale plastico, sensibilizzando al suo recupero e riutilizzo anche introducendo una cauzione. Da anni mi sto facendo portavoce per questo progetto, cercando di sensibilizzare sul tema: come già avviene in molti Paesi europei, il deposito cauzionale sul materiale plastico aiuterebbe il consumatore al giusto riciclo e a far diventare il recupero il più capillare possibile; attribuendo un valore economico alla plastica, nessuno la getterebbe nell’ambiente. Stiamo inoltre lavorando a nuovi packaging per Acqua Sant’Anna in RPet e, in virtù della recente acquisizione del brand francese Eau Neuve, introdurremo nuovi formati e materiali rinnovabili, riciclati e riciclabili (tetrapack, alluminio, vetro) con l’obiettivo di ridurre al minimo l’impatto ambientale.

L’impianto di Vinadio è tra i più grandi impianti d’imbottigliamento del mondo. Per la sua ristrutturazione si è scelto di utilizzare la bioarchitettura e la bioedilizia come linee guida. In cosa sono consistiti gli interventi e su quali ambiti si è scelto di intervenire per salvaguardare e rispettare l’ambiente alpino?

Crediamo che sia fondamentale la perfetta integrazione tra azienda e territorio, e nel momento in cui abbiamo deciso di ristrutturare lo stabilimento ci siamo affidati a materiali ecocompatibili con l’ambiente come legno e pietra, in sintonia con il paesaggio. Lo stabilimento non è solo green all’esterno, tutta la produzione è gestita dalle tecnologie green. Il magazzino di Vinadio e tutta la movimentazione delle merci sono gestiti da robot a guida laser elettrici e non a gasolio, quindi a inquinamento zero, e sono stati introdotti particolari robot fasciatori che permettono un risparmio di plastica consistente negli imballi. Per il riscaldamento dello stabilimento e degli uffici riutilizziamo il calore prodotto dai macchinari di produzione, canalizzandolo. Infine non può esserci una svolta green in nessuna azienda se non si investe anche nella formazione del personale. Ecco perché organizziamo corsi volti a sensibilizzare i comportamenti sia in azienda che nel privato per il rispetto dell’ambiente, il riciclo e scelte responsabili ecosostenibili.

Anche dal punto di vista logistico Sant’Anna si distingue dai suoi competitor perché ha scelto il treno e la ferrovia anziché l’autotrasporto. Perché questa scelta e quali sono i principali ostacoli in una nazione dove la stragrande maggioranza delle merci si muove su gomma e dove l’intermodalità stenta a decollare?

Cerchiamo di sfruttare al massimo la logistica ferroviaria perché crediamo possa sollevare la congestione del traffico su ruote. Oltre il 50% della logistica per il trasporto dell’acqua da Vinadio a tutta Italia avviene su rotaia: se in passato partiva un treno a settimana di Acqua Sant’Anna, oggi parte un treno al giorno, con una movimentazione di 380.000 tonnellate/anno di bottiglie. Per raggiungere le zone dove è più complicato il raggiungimento tramite rete ferroviaria, abbiamo deciso di fare un investimento di una flotta di più di 100 camion ecologici di ultima generazione alimentati a Bio LNG (o GNL gas naturale liquefatto), al fine di favorire la decarbonizzazione dei trasporti. Questi sono camion che comportano un notevole miglioramento per l’ambiente, sia dal punto di vista acustico – con 5 decibel in meno rispetto ai motori diesel -, sia per quanto riguarda l’abbattimento delle emissioni in atmosfera. Così facendo la nostra logistica riesce a movimentare circa 15 milioni di bottiglie al mese.

Sant’Anna ha scelto di utilizzare il ghiaccio secco per la pulizia delle sue linee produttive. Come nasce questa scelta e quali sono i vantaggi ambientali diretti e indiretti dell’uso di questo prodotto?

Cerchiamo sempre di trovare soluzioni d’avanguardia e sostenibili per la gestione dello stabilimento a tutti i livelli. Per questo abbiamo scelto di affidarci a Cryos per la pulizia di tutte le linee produttive dell’acqua e del thè attraverso il ghiaccio secco. Il nostro Paese sta attraversando un momento di siccità importante, che spinge a prendere sempre più consapevolezza sul risparmio idrico. In questo il ghiaccio secco è una soluzione moderna e sostenibile: garantisce risultati di massima efficienza ed efficacia, in tempi ridotti e senza creare residui chimici e reflui. Usando il ghiaccio secco per la pulizia si elimina l’uso dell’acqua, quindi lo spreco di questa risorsa importante e il conseguente smaltimento dopo la pulizia insieme ai residui asportati. La CO2 che produce il ghiaccio secco proviene da giacimenti naturali o immissioni industriali selezionate, andando a chiudere così il ciclo produttivo in modo virtuoso e vantaggioso.

Questa scelta ha una grande valenza ecosostenibile perché presenta diversi vantaggi per l’ambiente: in primis il risparmio di acqua e l’assenza di prodotti chimici per la pulizia che finiscono nell’ambiente come residui e come confezioni da smaltire; ma comporta anche vantaggi di natura tecnica. Il ghiaccio secco, infatti, non conduce elettricamente e quindi permette la pulizia delle attrezzature anche mentre sono sotto tensione, con maggiore sicurezza per gli operatori e per gli impianti stessi, non erode o abrade le superfici e non richiede operazioni di blocco del ciclo o smontaggio.

Fino al 15 novembre è possibile visitare Acqua Sant’Anna Art Collection all’interno di Copernico Coworking. Senza far torto a nessuno degli artisti e alle loro opere esposte, secondo lei quale opera rappresenta di più lo spirito di Sant’Anna?

Abbiamo avuto la fortuna di lavorare con artisti importanti, ognuno punto di riferimento nella loro particolare arte. Siamo contenti e orgogliosi che ogni artista abbia interpretato con il suo tatto e con il suo stile cosa significa Acqua Sant’Anna per loro. Gli scatti realizzati da Silvano Pupella per noi nello stabilimento di Vinadio hanno colto e attimi di produzione che raccontano l’azienda e i suoi processi, immortalandoli immobili e infiniti; l’opera di Marco Lodola “Per Aqua Ad Lucem”, illumina di luce e colore l’iconica bottiglia di Acqua Sant’Anna, maestosa nelle dimensioni; l’artista parigino Razzia ha creato un poster artistico; la poltrona Iperbolica Jason del biellese Alessandro Ciffo è realizzata nella stessa tonalità del blu di Acqua Sant’Anna e infine Ugo Nespolo sta lavorando ad un importante progetto artistico sulla facciata della nostra nuova sede di Orbassano.