Bioeconomia circolare, 14 cluster europei firmano intesa per rilanciare il settore

Un accordo triennale che punta a rafforzare la collaborazione tra i principali cluster della bioeconomia, favorendo la condivisione di know-how, lo sviluppo di progetti di ricerca e innovazione nei settori alimentare, industriale ed energetico e la definizione di strategie normative. L'intesa mira a sostenere l'industrializzazione dei prodotti biobased, promuovendo modelli produttivi sostenibili, stimolando la competitività e contribuendo alla transizione ecologica

Bioeconomia circolare cluster europei

Quattordici cluster nazionali della bioeconomia circolare hanno firmato il 9 febbraio a Bruxelles un memorandum di intesa triennale per rilanciare il settore. Nei prossimi anni, i cluster collaboreranno condividendo conoscenze e relazioni commerciali, promuovendo il capitale umano e sviluppando progetti di ricerca e sviluppo per applicazioni alimentari, industriali ed energetiche.

I cluster chiedono ai decisori europei azioni concrete per sostenere la bioeconomia circolare e sostenibile nell’Ue, in vista del Clean Industrial Deal che la Commissione Europea presenterà il 26 febbraio. Le richieste includono maggiori investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, incentivi per lo scale-up industriale, una revisione dei codici Nace, un aggiornamento della normativa Ue sui bioprodotti, un modello europeo per l’accesso al mercato e un sistema di appalti pubblici verdi sul modello BioPreferred degli Stati Uniti.

Tra i firmatari dell’accordo c’è Spring, il cluster italiano della bioeconomia circolare che riunisce oltre 160 stakeholder tra università, centri di ricerca e aziende attivi in diverse filiere produttive, dalla chimica verde all’agro-alimentare, dalla gestione di risorse idriche all’aerospazio.

Catia Bastioli, presidente di Spring e AD di Novamont (Eni), ha dichiarato: “La bioeconomia circolare è un’opportunità di innovazione, rigenerazione e sviluppo sostenibile. È legata alle risorse locali, interdisciplinare per natura e collega più settori e tecnologie, facendo leva sulle specificità dei territori e sulle filiere integrate. È uno strumento essenziale per una strategia di decarbonizzazione europea che stimoli la competitività. Il nostro cluster ha promosso questo memorandum di intesa internazionale. Auspichiamo che riconosca le bioraffinerie come infrastrutture essenziali della bioeconomia circolare, accelerando l’industrializzazione e la commercializzazione dei prodotti biobased in Europa e in Italia per stimolare l’innovazione, la competitività e la resilienza dei Paesi europei”.

Secondo il rapporto La Bioeconomia in Europa, redatto dal Research Department di Intesa Sanpaolo in collaborazione con il cluster Spring e Assobiotec-Federchimica, la bioeconomia ha generato in Italia 437,5 miliardi di euro, impiegando circa due milioni di persone. Considerando Francia, Germania, Italia e Spagna, la bioeconomia ha generato nel 2023 un output di circa 1.751 miliardi di euro, occupando oltre 7,4 milioni di persone, che rappresentano l’8,4% e il 6% rispettivamente sui valori complessivi dei quattro Paesi europei.