Salta la legge per il ripristino della Natura? Quando ormai sembrava scontata l’approvazione, quando ormai il il Parlamento Europeo aveva approvato non senza contrasti – ma comunque con una indiscutibile maggioranza – la legge, quando ormai restava solo la ratifica dei governi, che in questi casi è poco più he formale, ecco di nuovo la battuta d’arresto.
Per quello che siamo riusciti a capire la necessaria maggioranza qualificata è stata fatta saltare dalla…Ungheria! Cioè le previsioni davano per scontato il voto contrario di Italia Svezia e Olanda, e già qui ci sarebbe da scrivere un libro. Come è possibile che Italia Svezia e Olanda si oppongano al recupero della biodiversità? (L’attualità politica ci può fornire una spiegazione ma resta una ferita grave…) Inoltre si dava per scontata la astensione di Austria Belgio Finlandia e Polonia.
Gli europarlamentari di Orban avevano votato a favore della legge e invece poi “a sorpresa” il governo ungherese ha fatto sapere che si opporrebbe. La riunione decisiva è saltata. Il presidente di turno a rotazione è il ministro belga, che vorrebbe far passare la legge ma al tempo stesso il suo paese si astiene. Sembra che tutto ciò sia dovuto a un motivo puro, semplice e semplicistico: le obiezioni della parte più retriva e organizzata del mondo agricolo contro l’intenzione di “decoltivare” una percentuale, per altro piccola, delle terre coltivate.
Il concetto avanzato, ma fondamentale, della Nature Restoration Law è che non possiamo più limitarci a proteggere la biodiversità di alcune aree limitate ma che la Natura deve recuperare terreno. Cominciare a recuperare terreno. Tecnicamente la possibilità che si trovi un accordo prima delle elezioni emendando nuovamente il testo è scarsa, perchè bisognerebbe passare nuovamente dall’Europarlamento. Resta il dilemma più che politico, anche etico filosofico antropologico: l’Europa vuole recuperare biodiversità?