La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha pubblicato i risultati dell’Indagine sui comuni europei del 2022 denominata “The state of local infrastructure investment in Europe”. Un ampio sondaggio, che interessa 744 comuni dell’Unione europea, che fornisce preziose informazioni sugli investimenti programmati condotti in passato, indicando anche le sfide e i progressi che i comuni devono affrontare nel loro percorso di attuazione delle transizioni verde e digitale. Dati e numeri importanti in quanto i comuni rappresentano quasi la metà degli investimenti pubblici nell’UE. Un dato confermato anche da Antonio Decaro (Presidente Anci nonché sindaco di Bari) durante la nostra intervista sul ruolo dei comuni nel Pnrr.
“Come rivela l’Indagine sui comuni condotta dalla BEI- dichiara Debora Revoltella, Capo Economista della Bei – in tutta Europa i comuni sono alle prese con notevoli carenze di investimenti, in particolare nelle infrastrutture di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici. Per i responsabili politici e le parti interessate è essenziale colmare queste lacune e dare priorità agli investimenti sostenibili e resilienti per creare un futuro più verde e più digitale. Occorre affrontare in tutta Europa la persistente mancanza di competenze, anche a livello dei comuni, in modo da consentire l’adeguata attuazione dei programmi di investimento regionali e paneuropei”
È possibile sintetizzare in quattro macro tematiche gli aspetti salienti dell’indagine della Bei. Prima di tutto le lacune e sfide legate agli investimenti. Infatti secondo la Bei gli scarsi finanziamenti e le incertezze sulla durata e sugli esiti dei processi normativi continuano a dissuadere i comuni dal pianificare gli investimenti cruciali. Per quanto riguarda l’attuazione, inoltre, la carenza di manodopera qualificata e le strozzature nella catena di approvvigionamento rappresentano dei vincoli significativi.
Altra questione è legata alla scarsità di competenze. L’indagine evidenzia l’importanza fondamentale di un’adeguata formazione della forza lavoro attuale e futura. I comuni segnalano difficoltà nell’acquisire esperti con competenze in campo ambientale e climatico, ed anche con perizia tecnica e ingegneristica. Si tratta di sfide essenziali, il cui superamento è indispensabile affinché i piani di investimento vadano a buon fine.
Inoltre dall’indagine è stato possibile realizzare un focus sulle transizioni verde e digitale dal quel emerge che se la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, insieme alle infrastrutture digitali svolgono un ruolo centrale nei piani di investimento dei comuni per i prossimi tre anni. Tuttavia, più di sei comuni su dieci si ritengono insoddisfatti degli investimenti condotti in passato nella mitigazione e nell’adattamento ai cambiamenti climatici; del parere analogo è il 40% dei comuni riguardo ai propri investimenti nelle infrastrutture digitali.
Infine una annosa questione che riguarda tutto il continente e che risulta più marcata quando si parla di transizione ossia la disparità regionale. I comuni europei sono più avanzati nella trasformazione digitale rispetto a quella verde. Se da un lato le regioni a reddito più elevato mostrano una più alta percentuale di comuni impegnati a investire in entrambe le transizioni, quelle meno sviluppate hanno difficoltà a compiere progressi simili.
“Gli investimenti dei comuni sono basilari ai fini di un sostegno coerente a persone e imprese. Vista la quota significativa di investimenti pubblici effettuati dai comuni – afferma Ricardo Mourinho Felix Vicepresidente della Bei – è imperativo che siano dotati delle risorse necessarie, delle conoscenze specialistiche e delle solide reti di cooperazione finalizzate a un’efficace attuazione degli investimenti. In un tempo in cui il mondo si evolve rapidamente, i comuni svolgono un ruolo sempre più critico nelle transizioni verde e digitale. Favorire pratiche sostenibili in ambiti come la pianificazione urbana, l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e i trasporti, significa necessariamente migliorare le competenze in tutta Europa. L’Indagine della Bei sui comuni fornisce preziose informazioni sulle strategie di adattamento dei comuni e sottolinea gli importanti fabbisogni da soddisfare in futuro.”
L’attività della Bei nelle regioni di coesione
In concomitanza con la pubblicazione de “The state of local infrastructure investment in Europe” la banca europea per gli investimenti ha Bei ha reso noto i risultati di una nuova relazione contenente un’analisi dell’attività del Gruppo Bei nelle regioni della coesione dell’Europa nel 2022. Al centro dell’attenzione vi è il contributo Gruppo all’innovazione per favorire una transizione verde e digitale inclusiva e il suo impatto macroeconomico. Il Gruppo Bei ha erogato 28,4 miliardi di euro a favore di progetti situati nelle regioni della coesione durante il 2022. Il sostegno all’innovazione ha rappresentato il 25% dei prestiti totali della Bei nello stesso anno, di cui 4,6 miliardi di euro (34%) nelle regioni di coesione.
Crescono gli investimenti verdi
Analogamente al 2021, la loro quota è stata superiore nei prestiti alla coesione rispetto a quelli riguardanti l’insieme dell’UE, in linea con l’orientamento alla coesione della Bei, che esprime l’impegno della Banca ad aumentare notevolmente la quota di prestiti all’azione per il clima e all’ambiente nelle regioni della transizione e in quelle meno sviluppate.
Su questo aspetto si è soffermata la Vicepresidente Lilyana Pavlova ricordando che: “la coesione regionale risente notevolmente dell’incertezza geopolitica, dell’arrivo di rifugiati e dello shock energetico, le città e le regioni devono ancora trasformarsi per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Unione europea e colmare il divario digitale. L’innovazione è fondamentale per affrontare queste sfide. Il Gruppo Bei mette a disposizione un ricco novero di strumenti finanziari e di advisory a sostegno di questi obiettivi politici che hanno dimostrato di produrre un impatto concreto”.