Aumenta la povertà energetica in Italia: 2,36 milioni di famiglie in difficoltà con bollette di luce e gas

Il 4 dicembre 2024, al LUISS Hub di Milano, l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE) ha presentato l’aggiornamento 2023 sul tema della povertà energetica in Italia. Nonostante una riduzione generale della spesa energetica media (-6,4% rispetto al 2022), le famiglie più vulnerabili continuano a soffrire condizioni critiche, con 2,36 milioni di nuclei in povertà energetica (+1,3 punti percentuali rispetto al 2022). Le difficoltà sono più marcate nei piccoli centri, nelle Isole e nel Nord-Ovest, con un’incidenza maggiore tra famiglie straniere e nuclei con minori, aggravando disuguaglianze e rischi sociali

Aumenta la povertà energetica in Italia: alla fine del 2023 si sono ritrovate in difficoltà con le bollette di luce e gas 2,36 milioni di famiglie (pari al 9% del totale), con un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2022 (+340 mila famiglie). Si tratta del valore più alto mai registrato, con un aumento significativo delle famiglie in povertà energetica “nascosta“, ossia quelle che, pur avendo spese complessive sotto la media, dichiarano di non aver speso nulla per il riscaldamento.

I dati sono contenuti nello studio “La povertà energetica in Italia” e sono stati presentati il 4 dicembre presso il LUISS Hub dalla professoressa Paola Valbonesi, presidente dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (OIPE).

Nel 2023 la spesa energetica media delle famiglie italiane è diminuita del 6,4%, attestandosi a circa 1.800 euro, ovvero 120 euro in meno rispetto al 2022. La spesa per l’energia elettrica è calata dell’1,9% nonostante un aumento dei prezzi del 6,2%, mentre la spesa per il gas è scesa del 14,8%, con prezzi stabili. Questo calo è stato favorito da un inverno particolarmente mite, con temperature superiori alla media storica, che hanno ridotto il fabbisogno di riscaldamento, soprattutto per il gas naturale (-16,8%). Complessivamente, la spesa per il riscaldamento, considerando tutte le fonti energetiche, è scesa del 10% rispetto al 2022.

Le spese energetiche delle famiglie italiane nel 2023 sono state influenzate da tre fattori principali: la risposta della domanda ai prezzi (elasticità), il tipo di contratto (soprattutto a prezzo fisso) e le misure di sostegno contro il caro energia. Quasi metà delle famiglie ha beneficiato di contratti a prezzo fisso, che le hanno in parte protette dagli aumenti. Il numero dei nuovi contratti di energia elettrica sottoscritti nel 2023 ha subito una riduzione di quasi il 50%, mentre per il gas i prezzi erano calati del 32% nel mercato tutelato e del 41,3% nel mercato libero.

Nel 2023, le politiche di sostegno alla spesa energetica delle famiglie sono state progressivamente ridotte, con uno stanziamento complessivo di 10 miliardi di euro, rispetto ai 27,3 miliardi del 2022. Per i bonus sociali sono stati destinati oltre 2,2 miliardi di euro (3,2 miliardi nel 2022), beneficiando 4 milioni di famiglie per il bonus elettrico e 2,5 milioni per quello del gas. Tuttavia, non è disponibile un dato sulle sovrapposizioni, quindi non si sa quante famiglie abbiano usufruito di entrambi i bonus.

L’incidenza della spesa energetica domestica è diminuita per tutte le famiglie, soprattutto per quelle più povere, grazie alla combinazione di una riduzione della spesa energetica e un aumento della spesa complessiva. Tuttavia, le famiglie più povere hanno ridotto i consumi energetici in modo più marcato rispetto alla media: -10% per il gas e -2% per l’elettricità.

Nonostante ciò, come detto la povertà energetica è aumentata: alla fine del 2023, 2,36 milioni di famiglie (9% del totale) erano in condizioni di povertà energetica, con un incremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2022 (+340 mila famiglie). Questo è il valore più alto mai registrato, con un aumento significativo delle famiglie in povertà energetica “nascosta,” ossia quelle che, pur avendo spese complessive sotto la mediana, dichiarano di non aver speso nulla per il riscaldamento.

L’aumento della povertà energetica (PE) ha colpito principalmente le famiglie più vulnerabili, concentrate nei primi due decimi della distribuzione economica (+293 mila famiglie). Molte di queste famiglie hanno probabilmente ridotto l’uso dei servizi energetici di base. Nonostante l’ampliamento della platea di beneficiari, i bonus sociali hanno coperto solo il 18% delle famiglie in PE.

Distribuzione territoriale

L’aumento della PE si è concentrato soprattutto nelle Isole e nel Nord-Ovest, con una maggiore incidenza nei piccoli centri e aree suburbane rispetto alle aree metropolitane. A livello regionale, il tasso di PE ha oscillato tra il 4,9% nelle Marche e il 19,1% in Calabria. La Basilicata ha registrato l’incremento maggiore (+4,4 punti percentuali), mentre la Calabria ha visto la riduzione più significativa (-3,3 punti percentuali).

Famiglie con minori e famiglie straniere

Poco più di un quarto delle famiglie in PE (circa 693 mila) includeva almeno un minore, coinvolgendo 1,15 milioni di bambini, il 10,6% delle famiglie con minori in Italia. Vivere in case mal riscaldate o scarsamente illuminate ha impatti negativi sulla salute e sullo sviluppo dei bambini. La situazione è più critica tra le famiglie straniere: nel 2023, il 24% di queste famiglie viveva in PE, con un’incidenza 2,8 volte superiore rispetto alle famiglie italiane con minori, a causa della loro maggiore presenza nei decimi di spesa più bassi e della composizione familiare più numerosa. La maggioranza di queste famiglie si trova concentrata nel Nord Italia.