Il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero aps rivendica la mancata partecipazione fattiva sulla gestione dei rifiuti. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta regionale ha approvato il nuovo piano confermando anche il progetto di realizzazione di un inceneritore da 160mila tonnellate. “Leggiamo con stupore che l’assessore all’ambiente il sig. Roberto Morroni, nello stile della politica moderna, ha convocato comuni, associazioni di categoria e sindacati per attivare la cosiddetta partecipazione – spiega la presidente Anna Rita Guarducci in una nota. In effetti la politica moderna ti fa partecipare, come si dice in Umbria, ‘a cose fatte’. Il piano di gestione rifiuti, dopo una lunga analisi di una specializzata commissione è già stato fatto e deciso, partorendo lo stesso identico piano del 2009, compresa la volontà di costruire un’altra cattedrale nel deserto chiamata inceneritore, un piano per arrivare ad una raccolta differenziata del 75% entro i 2030 in barba a tutti i discorsi di economia circolare, salute e benessere. Obiettivi ridicoli che dovevano essere arrivati già 10 anni fa con la qualità della raccolta espressa dall’indice di riciclo attualmente intorno al 58% e pianificato modestamente al 65%. La cosa che stupisce ancora è il fatto che l’assessore delle ‘cose fatte’, oltre a chiamare i soggetti dopo aver deciso tutto, chiama quelli di suo gusto, magari i più tranquilli che non creano polemiche o opposizioni al piano studiato da esperti. Quanto affermato sopra è confermato dal fatto che il Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, a nome di 40 associazioni del territorio umbro, nel 2020 presentò alla presidente Tesei, all’assessore Morroni e all’AURI una dettagliata proposta per la gestione virtuosa dei rifiuti. All’epoca questo nuovo piano regionale rifiuti ancora non era stato nemmeno impostato e quindi si sperava che la proposta poteva essere presa in considerazione in virtù del fatto che all’interno si presentavano dati e argomenti oggettivamente funzionanti in molte regioni italiane. Non sappiamo se il sig. Roberto Morroni lo abbia mai letto, se lo ha fatto probabilmente è rimasto stupito del fatto che si citavano dati e riferimenti concreti che avrebbero spaventato anche una commissione scientifica che doveva decidere il da farsi. E allora le domande sorgono spontanee: Come mai non siamo stati chiamati per la partecipazione dopo le sperticate promesse? Saremmo stati di intralcio? Forse il nostro piano è troppo virtuoso e a favore dei cittadini che pagano Tari da salasso? Sono così inconfutabili i dati della nostra proposta tanto da scardinare un piano regionale pessimo? Caro assessore sig. Roberto Morroni, la partecipazione è un’altra cosa, e se pensa che il metodo usato da Lei serva per metterci in disparte, sappia che noi saremo sempre presenti e a favore dei cittadini, stanchi di proposte insalubri e sconvenienti per la popolazione. Parteciperemo e promuoveremo tutte le proteste (visto che la proposta l’abbiamo già fatta) che da qui in poi si organizzeranno per l’avvio di un piano sconveniente, per nulla circolare e inquinatore”.
Umbria rifiuti zero sul piano regionale: “nessun coinvolgimento, solo una convocazione a cose fatte”
Il Comitato in rappresentanza di 40 associazioni denuncia la scelta della giunta regionale di presentare un piano identico a quello del 2009 in cui si punta ad arrivare ad una raccolta differenziata del 75% entro i 2030