La recente diffusione di una pubblicità – stile “pubblicità progresso – da parte del Comune di Milano per usare di meno gli ascensori e di più le scale ha provocato qualche polemica. Le proteste via social non si sono fatte attendere. Sarebbe sbagliato amplificarle (è fisiologico ormai che qualcuno polemizzi, soprattutto rispetto ai consigli di buoni comportamenti) ma è comunque interessante approfondire la questione.
In rete ho trovato, come era prevedibile, stime diverse su quanto consumino gli ascensori: il 3% in media del consumo energetico degli edifici, ma c’è chi dice 5 e chi dice che si può ridurre all’uno per cento. Dipende ovviamente dai piani dell’edificio e dal tipo di ascensore. Il tema mi ha ricordato quanto era diffusa, qualche decennio fa, soprattutto al centrosud, la presenza negli ascensori di macchinette che lo facevano muovere soltanto a pagamento. Prevalentemente si chiedevano monete da 10 lire. Ho ricevuto una segnalazione secondo la quale ancora oggi a Napoli ci sono ascensori che richiedono monete. In questo caso di 20 centesimi. La monete serviva a ripagare la spesa ma anche a limitare i consumi.
Un po’ diverso, ma non del tutto, è il caso di condominii come quello dove abito a Torino in cui l’ascensore funziona solo grazie a un piccolo telecomando tascabile che viene fornito solo a pagamento e solo a condomini. Il condomino che ne è in possesso però a quel punto lo può usare a dismisura. Chissà se una valutazione dei consumi energetici degli ascensori meno efficienti potrebbe portare a un rilancio della pratica del pagamento della singola corsa.
Il problema comunque esiste. Da un lato non si può più vivere senza ascensori, con tanti anziani nella nostra società. D’altro lato è assurdo vedere persone anche molto giovani e in piena salute che chiamano l’ascensore anche soltanto per scendere dal secondo piano. Fosse possibile, inventerei un sistema che consente all’ascensore di salire vuoto solo per persone con disabilità.