Asaps, 475 pedoni uccisi sulle strade italiane nel 2024. Regione peggiore la Lombardia

Secondo il report 2024 dell'Osservatorio Pedoni, l'anno scorso i decessi di persone a piedi sulle strade italiane sono stati 475. Si tratta di un dato parziale che non tiene conto dei gravi feriti che molto spesso perdono poi la vita negli ospedali, anche a distanza di mesi. Il rischio è che venga superato il dato 2023. Analizzando le singole regioni, quella dove gli utenti hanno avuto le conseguenze peggiori è la Lombardia con 79 decessi a fronte dei 51 dell’anno precedente, seguita dal Lazio con 59 (furono 71 nel 2023), e dalla Campania con 53 (nel 2023 erano stati 44). Seguono Emilia Romagna con 41 e Toscana con 38

Secondo il report 2024 dell’Osservatorio Pedoni, l’anno scorso i decessi di persone a piedi sulle strade italiane sono stati 475. Si tratta di un dato parziale che non tiene conto dei gravi feriti che molto spesso perdono poi la vita negli ospedali, anche a distanza di mesi. Il dato Istat definitivo degli anni 2022 e 2023 indicava in 485 il numero di pedoni morti e il rischio che venga superato questo numero è molto alto, spiega Asaps, proprio per i pedoni feriti e poi deceduti in ospedale che l’Osservatorio non è in grado di quantificare.

Molti pedoni sono stati uccisi nel luogo più sicuro, quello delle strisce pedonali dei centri urbani, anche con il semaforo pedonale che dava loro la possibilità di transitare in sicurezza dall’incrocio. Nonostante sia prevista la perdita di 8 punti dalla patente in caso di mancata precedenza da parte dei conducenti di veicoli, sono molti anche coloro che rimangono gravemente feriti. Troppi i casi di chi camminava tranquillo sul marciapiede o in attesa alla fermata del bus che è morto praticamente senza accorgersene.

Ancora troppi i casi di pirateria stradale, sottolinea il report, oltre cinquanta con quasi il 10% di tutti gli investimenti mortali, con la fuga del conducente che ha provocato il sinistro fatale. L’immediato intervento delle forze dell’ordine che sfruttano i sistemi di videosorveglianza, molti dei quali a lettura targhe, oltre ad indagini scientifiche e tecnologiche, permette di rintracciare l’autore nel 95% dei casi, ma nonostante l’introduzione del reato di omicidio stradale che ha inasprito le pene, la fuga rimane un comportamento troppo frequente da nord a sud d’Italia, con utenti ubriachi o con la patente sospesa o revocata, o con veicoli privi di copertura assicurativa.

Molti gli investimenti di utenti dopo un guasto al veicolo, soprattutto in autostrada e sulle strade extraurbane, con pedoni investiti ed uccisi da altri veicoli in transito dopo essere scesi dal proprio mezzo. Tanti i casi dove ad investire il pedone è stato un familiare, nei pressi delle abitazioni. Ancora troppi gli investimenti di anziani, oltre la metà del totale aveva più di 65 anni. Sono utenti doppiamente vulnerabili, spesso con riflessi ridotti e parziali difficoltà nella deambulazione. Numerosi i casi di anziani che sono stati investiti da autocarri della nettezza urbana nei pressi della propria abitazione.

Dall’analisi per mese, quello di dicembre 2024 si è trasformato in una carneficina con ben 63 decessi, due al giorno, per trovare un dato peggiore dobbiamo andare a gennaio 2019 con 67 morti. Suddivisi per mese sono avvenuti 31 decessi a gennaio, 43 a febbraio, 35 a marzo, 24 nel mese di aprile, 36 i decessi accertati a maggio, 29 quelli di giugno e 30 quelli di luglio. Ad agosto 40 i morti e a settembre, 39 croci sulle strade. Gli ultimi tre mesi del 2024 sono stati da “attentati” con 51 morti ad ottobre 54 a novembre e con dicembre che chiude con 63 morti, 20 in più rispetto al 2023.

Analizzando le singole regioni, quella dove gli utenti hanno avuto le conseguenze peggiori è la Lombardia con 79 decessi a fronte dei 51 dell’anno precedente, seguita dal Lazio con 59 (furono 71 nel 2023), e dalla Campania con 53 (nel 2023 erano stati 44). Seguono Emilia Romagna con 41 e Toscana con 38.

Emerge purtroppo anche il numero dei minori travolti e dei lavoratori. L’anno scorso 15 pedoni deceduti avevano meno di 18 anni, di cui due uccisi dalle auto dei propri genitori, mentre una bambina di due anni è deceduta nel cortile dell’asilo che frequentava. Tragici poi alcuni episodi per investimenti di studenti alle fermate del trasporto pubblico. Molti investimenti hanno visto come protagonisti operai nei cantieri stradali, dove emerge spesso anche un tema di sicurezza sul lavoro e di idonea segnaletica stradale che preallerti gli automobilisti.